“L’antisemitismo è un dramma. Un conto è criticare la politica di un governo, che può essere legittimo. Un conto è dire non puoi essere ebreo. Questo è inaccettabile e deve essere condannato. Sono narrative escludenti, pro Palestina, pro Israele, uno esclude l’altro”. Lo ha denunciato il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, nel suo intervento al 45° Meeting di Rimini che si è aperto oggi nella fiera della città romagnola. “L’antisemitismo – ha detto – è una cartina di tornasole per capire anche quali sono i modelli su cui la società si mantiene e si costruisce. Quando dici: ‘Tu perché sei ebreo, musulmano o cristiano, non hai diritti devi essere escluso’, è un momento di grande decadenza della civiltà. Una civiltà si costruisce ‘con’ e non ‘contro’. Qui la responsabilità dei religiosi è importante – ha aggiunto –. Bisogna evitare – anche se l’antisemitismo attuale ha un’impronta più politica che religiosa – di diventare strumentali a questo e creare una cultura di relazioni, di accoglienza l’uno nei confronti l’altro, dove nessuno è escluso”. Riguardo all’impegno dei cristiani nella riconciliazione in Terra Santa, Pizzaballa ha poi affermato: “Nessuno è in attesa che la comunità cristiana faccia qualcosa e risolva i problemi. Politicamente siamo più o meno irrilevanti, se lo posso dire: questo forse farà arrabbiare qualcuno, ma è così. La prima cosa è stare lì, esserci. Non cadere della tentazione di volere per forza avere un ruolo dentro questa situazione, ma essere capaci di dire una parola. Innanzitutto, sostenere la propria comunità e incoraggiare. Ed essere presenti: non possiamo risolvere tutti i problemi però dobbiamo essere presenti. Possiamo dire una parola di verità, che non sia su quello che sta accadendo ma una parola in cui la gente si possa riconoscere, senza però diventare parte di uno scontro”.