“La festa della Porziuncola ci fa dire che la misericordia di Dio è la consegna ad ognuno di noi della gioia della nostra vita. Però, liberamente dobbiamo entrare dentro questo circuito di amore e farci anche noi, nonostante le nostre ferite, portatori di questo messaggio di amore”. Così il vescovo di Lamezia , mons. Serafino Parisi, in occasione della Santa Messa per la Festa del perdono di Assisi presieduta nel Santuario di Sant’Antonio nella città calabrese. Una festa che rappresenta “un’occasione che la Chiesa ci offre collocandola dentro la vicenda bella e felice di San Francesco d’Assisi per riflettere sul grande mistero della Misericordia del Signore che è totalmente lontana dal nostro concetto di perdono, che noi non riusciamo a comprendere pienamente. In un certo senso – ha aggiunto mons. Parisi – restiamo spiazzati da questo modo di essere di Dio. Perché lo stile di Dio è perdono, è amore incondizionato, è misericordia. E questo si manifesta in modo particolare sul legno della Croce”. “La vita dell’umanità – ha spiegato nell’omelia il vescovo lametino – ha tanti motivi per gioire” ed a differenza di coloro “che trasmettono agli altri tensione, paura, terrore, veleno, il Signore dice ‘guardate che voi potete venire alle sorgenti della vita’” perchè “ ‘io sono come la vite’ e questa vite, che è immagine di amore e di relazione intima all’interno della visione biblica, è quella vite che riesce a dichiarare che il Signore è innamorato di noi. Ecco perché il suo atteggiamento nei nostri confronti è quello della misericordia: non sei più schiavo, sei figlio e se sei figlio sei anche erede della salvezza che il Signore ha pensato per ognuno di noi. E sei talmente figlio da poter dire Abbà. Chiamare Dio Abbà, vuol dire papà, padre nel senso intimo della relazione vera ed autentica che c’è tra un padre ed un figlio”. “Il perdono – ha quindi concluso mons. Parisi – rigenera non solo l’esistenza di chi lo riceve, ma anche di chi lo dona. A partire da ciò il Signore ci invita a generare relazioni d’amore con il suo costante invito: seguimi”.