“Dimostriamo che il Venezuela è unito come nazione. Non c’è distanza, non c’è tempo che possa separarci. Dimostriamo che la libertà del Venezuela è una causa globale”. Lo ha dichiarato ieri María Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana, nel suo profilo X, in seguito alla “manifestazione globale” che si è tenuta sabato 17 agosto in difesa della trasparenza nello scrutinio elettorale in seguito alle elezioni del 28 luglio e della presunta vittoria elettorale di Edmundo González Urrutia. Machado ha parlato di “tappa fondamentale” e di “grande vittoria”, rispetto alla manifestazione di sabato.
Crescono, dentro e fuori il Paese, le prese di posizione perché sia garantita certezza rispetto allo scrutinio, dopo la frettolosa proclamazione della vittoria del presidente uscente Nicolás Maduro. Tra queste, quella della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), che ha ribadito alle autorità del Paese di garantire “il rispetto dell’esercizio dei diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione”. “La Presidenza della Conferenza episcopale venezuelana invia un quarto messaggio per ricordare alle autorità l’obbligo di rispettare i diritti dei cittadini”, ha affermato attraverso un post sui propri profili social. “La libertà di espressione e la manifestazione pacifica delle proprie posizioni politiche sono diritti sanciti dalla Costituzione”, hanno ricordato i vescovi, invitando i venezuelani a “promuovere una sana e pacifica convivenza sociale”.
A livello internazionale, importante presa di posizione di 22 Paesi di diversi Continenti, in gran parte europei (tra cui l’Italia) e latinoamericani, ai quali si è aggiunta l’Unione europea: “Chiediamo – si legge – l’immediata pubblicazione di tutti i risultati originali e la verifica imparziale e indipendente di questi risultati, preferibilmente da parte di un ente internazionale, per garantire il rispetto della volontà del popolo venezuelano espressa alle urne. Qualsiasi ritardo in questo senso mette in discussione i risultati pubblicati ufficialmente il 2 agosto 2024”.