Diecimila famiglie del bacino del rio San Francisco, nel Nordest brasiliano, vivono senz’acqua e senza servizi essenziali. Si tratta di contadini che vivono nelle città di Petrolândia e Itacuruba, nello Stato di Pernambuco, e di Rodelas, Barra do Tarrachil e Glória, nello Stato di Bahia, dove sono stati trasferiti coloro che vivevano nella zona inondata dal bacino artificiale costruito in anni recenti lungo lungo il corso del fiume. Una situazione inaccettabile, come denunciano dom Gabriel Marchesi, vescovo di Floresta, dom Antonio Carlos Cruz Santos, vescovo di Petrolina, e l’amministratore diocesano di Juazeiro, padre Josemar Motta da Silva. In una lettera, la Chiesa denuncia la mancanza di elettricità e acqua nella regione e ha chiesto risposte ai Governi statale e federale e al Congresso nazionale. Il documento è stato diffuso dopo che i responsabili delle tre diocesi hanno celebrato una messa a Petrolândia, presieduta da dom Marchesi, alla quale hanno partecipato contadini e sacerdoti delle tre diocesi del territorio. “Vogliamo esprimere la nostra solidarietà alle famiglie che vivono in una situazione inconcepibile di incertezza sulla loro vita e sul loro futuro”, si legge nella lettera, che prosegue facendo riferimento “all’interruzione della corrente elettrica che impedisce alle pompe di irrigazione di funzionare, causando un’interruzione forzata del loro lavoro, e alla mancanza di dialogo con le varie autorità che dovrebbero garantire le condizioni indispensabili affinché queste famiglie siano protagoniste del loro sviluppo e di quello dell’intera regione”.
La Chiesa della regione, si legge nella lettera, esorta “il Governo federale, il Congresso nazionale e i governi statali di Pernambuco e Bahia a riprendere i negoziati al tavolo del dialogo per risolvere la grave situazione di emergenza vissuta dalle famiglie contadine e garantire la continuità del loro lavoro”.