Si è spento domenica 18 agosto, all’età di 88 anni, il divo del cinema francese Alain Delon, dopo una malattia che lo ha raggiunto al ritiro dalle scene. Delon è considerato un’icona del cinema d’Oltralpe, esploso nella popolarità alla soglia degli anni Sessanta, nel pieno fermento del cinema francese. Noto per il suo sguardo intenso, per gli occhi glaciali, ha rappresentato per molto tempo un “contraltare” al fascino di Jean-Paul Belmondo. Molti i registi con cui Delon ha collaborato dall’esordio sul finire degli anni Cinquanta, in particolare René Clément cui deve il suo primo ruolo di successo in “Delitto in pieno sole” (1960). Tra le altre collaborazioni eccellenti: Julien Duvivier (“Le tentazioni quotidiane”, 1962), Christian Jaque (“Il tulipano nero”, 1964), Jean Pierre Melville (“Frank Costello faccia d’angelo”, 1967), Henri Verneuil (“Il clan dei siciliani”, 1969), Jacques Deray (“La piscina”, 1969), Joseph Losey (“Mr. Klein”, 1976), Volker Schlöndorff (“Un amore di Swann”, 1984) e Bertrand Blier (“Notre histoire”, 1984).
“Alain Delon – ricorda Sergio Perugini, segretario della Commissione Film Cei – è stato un attore simbolo di un nuovo corso cinematografico negli anni Sessanta non solo in Francia ma anche in Italia, chiamato a dare espressione a uno sguardo d’inquietudine nella società. Tra i primi a notarlo è Luchino Visconti, che lo sceglie per il ruolo di protagonista in ‘Rocco e i suoi fratelli’ (1960), Leone d’argento a Venezia. Nel 1963 Visconti lo riporta sul set nel ruolo del principe Tancredi ne ‘Il Gattopardo’, dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E lì la consacrazione accanto a Claudia Cardinale, fotogramma indelebile nella storia del cinema, soprattutto la scena del ballo di Tancredi e Angelica sulle note di Nino Rota”. Non a caso, nel giorno della scomparsa di Alain Delon, Claudia Cardinale ha dichiarato: “Mi chiedete parole ma la tristezza è troppo intensa. Mi unisco al dolore dei figli di Alain, dei suoi cari, dei suoi fan. Il ballo è finito. Tancredi è salito a ballare con le stelle”.
“Nella filmografia di Delon – indica ancora Perugini – il legame con l’Italia non è solo con Visconti. Tra le altre collaborazione da richiamare ci sono quella con Michelangelo Antonioni per ‘L’eclisse’ nel 1963, sul set accanto a Monica Vitti, seguita poi da quella con Valerio Zurlini in ‘La prima notte di quiete’ (1972) e con Duccio Tessari in ‘Zorro’ (1975)”.
Alain Delon, con una carriera intensa giocata soprattutto nei decenni Sessanta, Settanta e Ottanta, rimane sulle scene per tutti gli anni Novanta, tornando con un’ultima apparizione nel 2008 per “Asterix alle Olimpiadi”. Un palmares artistico ricco di titoli, di cui si ricordano in particolare: il Premio César nel 1985 per la miglior interpretazione in “Notre histoire” di Blier come pure gli omaggi tributati dalle grandi istituzioni culturali europee per la sua carriera, dal Festival di Berlino ai David di Donatello, sino al Festival di Cannes con la Palma d’oro d’onore nel 2019, il suo ultimo tappeto rosso.