“L’aiuto umanitario si basa sull’impegno costante di volontarie e volontarie, operatrici e operatori che in tutto il mondo leniscono le sofferenze di chi soffre davanti a gravi crisi, come disastri climatici, emergenze sanitarie e, soprattutto, conflitti. Proprio le guerre che si consumano nei nostri giorni hanno spesso impedito a queste donne e a questi uomini di sostenere intere comunità davanti a violenze e crudeltà, di fornire assistenza a chiunque ne abbia bisogno in contesti nei quali un piccolo aiuto può fare la differenza tra la vita e la morte”. Lo afferma oggi, in una nota, il presidente della Croce rossa italiana, Rosario Valastro, in occasione della ventunesima Giornata mondiale dell’aiuto umanitario. A Gaza, 27 tra volontari e operatori della Croce rossa, 21 della Mezzaluna rossa palestinese e 6 del Magen David Adom in Israele, hanno perso la vita mentre cercavano – spiega Valastro – di “portare l’umanità laddove, a causa dell’impeto del conflitto, non sembrava esservene più traccia”. Ventuno anni dopo quel 19 agosto del 2003 in cui in un attacco al Canal Hotel di Baghdad, in Iraq, morirono 22 operatori umanitari, ventuno anni dopo quel “terribile” episodio che portò l’Onu a fondare la Giornata mondiale dell’aiuto umanitario, il presidente della Croce rossa italiana ricorda “l’impegno incondizionato di tutte quelle donne e quegli uomini che oggi, tanto quanto ieri, sono impegnati, a rischio della propria vita, a tutela dei diritti umani di donne e uomini, bambine e bambini, senza alcuna distinzione”. “Che l’umanità della loro opera, una missione d’amore verso il prossimo – conclude Valastro – sia custodita dalla comunità internazionale come il cuore del mondo che sa aiutare e che, proprio per questo, non può e non deve essere oggetto di intollerabili violenze”.