“La disponibilità estremamente limitata di vaccini contro Mpox in Repubblica Democratica del Congo ha ridotto drasticamente l’efficacia del piano nazionale di vaccinazione contro questo virus”: è quanto denuncia oggi Medici senza frontiere (Msf), i cui team stanno rispondendo a questa nuova emergenza.
“Senza i vaccini migliaia di persone, compresi i bambini sotto i 15 anni, tra i più colpiti dal virus (rappresentano il 56% dei casi e il 79% dei decessi per Mpox nel 2024 in Repubblica Democratica del Congo), potrebbero rimanere senza protezione. Con l’epidemia che continua a evolversi rapidamente, occorre compiere ogni passo necessario per far arrivare subito i vaccini a chiunque ne abbia bisogno”, dichiara Justin B. Eyong, epidemiologo di Msf in R.D. Congo.
Da metà giugno a inizio agosto le strutture supportate da Msf in R.D. Congo hanno assistito 1.159 pazienti. Di questi, 431 erano casi gravi, mentre 728 pazienti sono stati assistiti a livello ambulatoriale. Sono state, inoltre, 6.376 le sessioni di sensibilizzazione organizzate dai team di Msf per evitare la diffusione del virus. Più di 1.530 persone contagiate sono attualmente seguite a domicilio.
L’epidemia si sta diffondendo in zone con realtà demografiche e geografiche a volte molto diverse. “La risposta deve essere non solo multisettoriale, ma anche adattata a ciascun contesto”, spiegano da Msf.
In attesa dell’arrivo dei vaccini, il maggior numero possibile di partner deve sostenere altri aspetti chiave della risposta come l’analisi di laboratorio, la sorveglianza, il sostegno all’isolamento e all’auto-isolamento, la sensibilizzazione della comunità. E, naturalmente, la cura dei pazienti. Oggi, tutti questi aspetti presentano lacune e richiedono enormi risorse per funzionare correttamente.
Msf auspica che “i vaccini arrivino il più presto possibile e in grandi quantità, così da proteggere le comunità nelle aree più colpite e in particolare i gruppi più a rischio”.