Assunta: mons. Tomasi (Treviso), sull’esempio di Maria “mettersi a servizio della dignità della persona umana in maniera così incondizionata”

(Foto diocesi di Treviso)

“Chiedo al Signore, per intercessione della beata Vergine Maria, che la Chiesa di Treviso possa credere alla risurrezione di Cristo e alla propria così concretamente e che nella città tutte le persone di buona volontà riescano a mettersi a servizio della dignità della persona umana in maniera così incondizionata, che questa fede e questo servizio si vedano realizzati nel bene costruito insieme, in una città bella non solo di vie e di palazzi, ma di luoghi accoglienti, di solidarietà eloquenti, di cittadinanza attiva, di disponibilità reale ed operosa al servizio anche oneroso dei piccoli, dei poveri, degli ultimi”. Lo ha affermato ieri mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso, nella celebrazione eucaristica che ha presieduto al santuario di Santa Maria Maggiore (Madonna granda), in occasione della solennità dell’Assunzione di Maria.
“La solennità dell’Assunzione di Maria – ha spiegato il presule –, proprio perché ci fa contemplare il frutto della fiducia piena di Maria nella volontà del Padre, ci indica anche la strada da seguire per giungere anche noi alla pienezza di vita: fare la volontà del Padre ed essere orientati e dediti totalmente al bene degli altri, imparando dal Vangelo, letto nella vita del nostro tempo”. Pochi anni dopo la fine della tragedia della seconda guerra mondiale, Papa Pio XII nella Costituzione apostolica “Munificentissimus Deus” – ha proseguito mons. Tomasi – “riflette sui danni del materialismo che giunge a ‘far scempio di vite umane, suscitando guerre’”. “Non sembri, questo, un riferimento oggi superato”, ha ammonito: “Il materialismo, cioè la convinzione che non vi sia nulla di duraturo al di là della frontiera della morte, la riduzione quindi dell’orizzonte di senso a quello della vita terrena, rischia seriamente di togliere ogni vero fondamento alla vita virtuosa, a quella cioè che cerchi il bene anche quando questo costa, in vista del bene più complessivo e più durevole di tutti. E qui egli vedeva la radice delle guerre”. “Se il massimo fine dell’umanità, infatti, è ricercato in qualche caratteristica materiale e temporale, per quanto nobile essa sia, faremo grande fatica a rispettare la dignità infinita di ogni persona, e in vista del raggiungimento di quel fine sarà lecito combattere ed eliminare chi o che cosa ci separi da esso, giungendo così a guerre piccole e grandi”, ha commentato il vescovo, sottolineando che “guardare solamente alle cose, trasforma anche la persona umana in un oggetto di cui disporre. Tragedia del mondo contemporaneo. La contemplazione invece del fine eterno cui ‘le anime e i corpi sono destinati’ dovrebbe motivare e sostenere gli sforzi perché ogni persona sia difesa e tutelata e possa svilupparsi in piena libertà, proprio perché già in possesso di una dignità infinita nel corpo e nello spirito, realtà indivisa della persona”. “Ecco il vero antidoto alle guerre, ecco la vera speranza per costruire una pace vera”, ha evidenziato mons. Tomasi, secondo cui “se non possiamo essere materialisti, non possiamo neppure disprezzare o svalutare la dimensione corporea della nostra vita e della nostra fede, tutt’altro, dobbiamo prendere sul serio il nostro essere corporei, la concretezza della nostra vita. La risurrezione ha a che fare con tutta la nostra persona e con il creato intero”.

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