“La solennità dell’assunzione di Maria per noi credenti è come l’indicazione del punto di arrivo della nostra professione di fede, della nostra vita. Il Signore nella Assunzione di Maria ci indica la meta della nostra speranza”. Sono state le parole di mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme, nell’omelia della messa nel santuario di Dipodi, alla vigilia della festa dell’Assunzione. “Noi credenti non abbiamo altri desideri autentici se non quelli che sono riassunti nell’unica grande aspirazione di essere in Dio”, ha proseguito il presule aggiungendo: Maria, dopo Cristo, “è la prima delle creature che già si trova dentro la condizione nella quale anche noi un giorno – lo speriamo – ci troveremo: ecco la nostra meta”. Mons. Parisi ha sottolineato l’importanza di un impegno quotidiano, storico, concreto dei cristiani, ispirati proprio da Cristo che ha scelto di farsi carne attraverso Maria per offrire la possibilità di redenzione e salvezza, “ma la speranza del nostro futuro si costruisce giorno per giorno dentro la nostra realtà attraverso il mistero grande della carità. Quindi, la nostra esistenza credente è intessuta così: da una parte c’è la fede, dall’altra parte c’è la speranza tenute insieme dalla carità”. A tal proposito il vescovo ha citato San Massimiliano Kolbe: “’Solo l’amore crea’. Cioè, noi abbiamo la possibilità di generare storia nuova attraverso il servizio della carità, mettendo dentro la nostra vita tutte quelle connessioni di amore che sanno davvero fare l’umanità nuova, bella, proprio con quella caratteristica che è il segno distintivo di Dio che è la gioia”. Concludendo mons. Parisi ha evidenziato l’importanza del Vangelo nel cammino dei cristiani: “Ciò che viene da Dio per noi uomini è parola di speranza, di vita, di gioia. Ecco perché guardando alla Vergine Maria io invito tutti a lavorare concretamente nella storia con la forza della carità perché l’amore, solo l’amore crea, solo l’amore crea storia nuova, possiamo dire solo l’amore crea umanità gioiosa e l’umanità che gioisce già gusta un po’ di Paradiso”.