“Il senso ultimo della nostra vita e della storia dell’intera umanità non è quello di essere trascinati in basso e travolti dai conflitti politici, economici, etnici e religiosi, ma è quello di essere portati in alto verso Dio, verso un mondo che sappia ispirarsi alla Gerusalemme celeste, nella quale le porte sono aperte e c’è posto per i 144.000, cioè per il popolo d’Israele e c’è posto per una folla immensa di ogni popolo e di ogni lingua e cultura, c’è posto cioè per un’umanità finalmente riconciliata e pacificata nel sangue di Cristo”. Lo ha detto il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, nella messa per la solennità dell’Assunzione di Maria, celebrata oggi 15 agosto a Gerusalemme, al Getsemani. Commentando il passo dell’Apocalisse che descrive “il segno della Donna (Maria) che sta per partorire alla quale si contrappone un drago (Satana) che vorrebbe divorare il bambino appena nato”, il Custode ha sottolineato che questa lotta in cielo “non è lo spin-off di Guerre Stellari, ma la descrizione per immagini del tentativo continuo – peraltro frustrato – che il Maligno fa di sabotare la nascita di quel mondo nuovo voluto da Dio attraverso la nascita, dentro la nostra storia, del suo Figlio da Maria e il tentativo parallelo che il Maligno fa di sabotare la nascita di un’umanità nuova, destinata a non essere più schiava di Babilonia e del suo potere mostruoso, cioè delle leggi della violenza, della guerra, del mercato, della colonizzazione culturale, della mercificazione delle persone e di tutto ciò che è male mascherato da bene e motivato da pretesti politicamente corretti”. Maria, ha ricordato padre Patton, “è per noi una profezia: lo è attraverso la sua persona e la sua vita e lo è attraverso le sue parole. Profezia non significa previsione del futuro, ma significa capacità di interpretare il presente alla luce della Parola di Dio. La profezia di Maria riguarda anche la storia che noi viviamo, con le sue dimensioni politiche, economiche, culturali e religiose”. È la profezia di un “mondo capovolto, cantato nel Magnificat”, nel quale “non hanno più potere coloro che vogliono imporsi sugli altri con la violenza e coloro che vogliono imporre agli altri con la violenza la propria politica, la propria economia, la propria cultura, la propria religione”. Un mondo in cui “i semplici, i piccoli, gli emarginati possano vivere in pace e gli ostaggi e i prigionieri tornare alle proprie famiglie. Che non ci sia più gente che muore di fame per l’ingiustizia economica e per la guerra e che non ci sia più chi usa l’economia per ridurre gli altri in schiavitù e la fame per togliere agli altri la dignità e la libertà. Che coloro che operano per la pace non siano più considerati degli ingenui e degli illusi, perché essi sognano il sogno di Dio. Che la terra non sia più oggetto di contesa e di guerra, ma la possano ricevere in dono i miti, che sanno accoglierla come un dono e sono disposti prendersene cura anziché a occuparla e conquistarla”. Ieri sera, 14 agosto, sempre a Gerusalemme, il Custode Patton ha presieduto una veglia di preghiera per la pace in risposta all’invito del patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, durante la quale è stata letta un’apposita preghiera “per chiedere con fede, per intercessione di Maria, il dono della pace. “Guardiamo a Maria, guardiamo a ciò che Dio ha operato in Lei e crediamo fermamente che nulla è impossibile a Dio – concluso il Custode – nemmeno trasformare in un giardino di pace questo campo di battaglia e di morte che è il mondo in cui viviamo. Maria assunta al cielo in anima e corpo appartiene già pienamente al mondo nel quale è ormai completa la vittoria pasquale di suo Figlio Gesù sul male e sulla morte”.