“Siamo qui insieme stamattina per pregare il Signore per le anime dei nostri fratelli e sorelle morti nella terribile tragedia. E siamo qui per pregare il Signore per tutte le persone che soffrono e per chiedere al Signore la grazia di essere sempre più capaci insieme di supportare anche queste fatiche e queste difficoltà, queste tragedie”. Si è aperta con queste parole, pronunciate dall’arcivescovo di Genova, mons. Marco Tasca, la celebrazione eucaristica in suffragio delle vittime del crollo del Ponte Morandi, che ha presieduto questa mattina nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo della Certosa, in occasione del sesto anniversario della tragedia in cui persero la vita 43 persone.
Rivolgendosi ai familiari e alle autorità presenti, il presule ha ricordato la figura di un martire, san Massimiliano Maria Kolbe, di cui si celebra oggi la memoria liturgica. Nel campo di concentramento di Auschwitz, il francescano “ha deciso di dare la vita per una persona sconosciuta”, ha rammentato mons. Tasca: “Ha deciso di dare la vita”, e questo – ha proseguito – “credo che sia davvero oggi, in questa situazione, anche un momento davvero per pensare a chi ha dovuto abbandonare questa vita in maniera veramente molto dolorosa e molto violenta”. “Quello che padre Kolbe ha sempre detto nella sua vita è: ‘Io so che il Signore mi accompagna’”. “Nei suoi scritti tantissime volte padre Kolbe ricorda come il Signore l’ha accompagnato nella sua vita, nelle scelte che ha fatto, in tutto lo stile di vita che ha avuto”. L’arcivescovo ha sottolineato l’importanza del “ridirci questa certezza: il Signore ci accompagna, ci accompagna anche in situazioni in cui ci facciamo tante, tante, tante domande”. “Questa è la nostra fede, la bellezza della nostra fede”: quella di “credere che il Signore in maniera sua, in maniera particolare, ci sta accompagnando anche in questi momenti di difficoltà, di fatica, di domande”. “Chiediamo davvero la grazia a san Massimiliano Kolbe affinché sentiamo fortemente questa presenza del Signore. L’Eucarestia è un segno proprio di questo”.
Commentando poi la pagina evangelica odierna, mons. Tasca ha rilevato che “ci racconta come Gesù ci insegna a prenderci cura dell’altro”. E ha osservato “quanto in questa situazione è importante che chi soffre di più, chi sente la ferita veramente aperta, senta anche che qualcuno si prende cura di lui, di lei, della sua storia, della sua sofferenza, delle sue domande”. “Certo – ha proseguito – a livello civile, a livello di magistratura faranno la loro parte, la loro strada. A noi, come comunità cristiana, è davvero importante far sentire a questi fratelli e sorelle la presenza della nostra comunità, del nostro supporto. Del nostro prendersi cura e dall’ora prendere”. Per questo “oggi è davvero importante ridirci che la nostra società andrà avanti, crescerà, sarà sempre più umana quanto più si vedrà nella pratica che ci prendiamo cura uno dell’altro. Che sentiamo importante per noi tutti gli uomini e le donne che incontriamo, che mettiamo al servizio degli uomini e delle donne che incontriamo. Con i loro bisogni, le loro gioie, le loro fatiche e loro speranze”. “Siamo riuniti nel nome di Gesù – ha concluso – per ricordare, per una tragedia, per farci sentire e stringerci attorno a chi soffre di più. Ed è altrettanto vero che Gesù è qui, presente in mezzo a noi. Affidiamo tutto questo all’intercessione di Maria Assunta che domani festeggeremo. Maria, la madre di Gesù, ai piedi della Croce ha sofferto, ha vissuto la sofferenza di vedere un figlio morire. Credo che davvero di affidarci alla sua intercessione ci possa dare quella grazia, quella forza, quel sostegno che sentiamo insostituibile e che sentiamo importante e urgente”.