“Oggi viviamo in un tempo secolarizzato e sembra che la proposta cristiana non susciti interesse, ma non è venuto meno il bisogno dell’uomo, il suo irriducibile desiderio di significato”. Lo ha detto il vescovo di Imola, mons. Giovanni Mosciatti, nell’omelia della messa per il patrono san Cassiano, celebrata stamani in cattedrale. “Se lasciamo parlare il cuore ci accorgiamo che veramente siamo definiti da un’inquietudine che si manifesta in mille modi. Siamo interconnessi digitalmente 24 ore su 24, ma ci si accorge di uomini e donne spesso sprofondati nella solitudine, con legami solo passeggeri ed evanescenti”, ha osservato il presule.
Ciò di cui abbiamo bisogno, secondo mons. Mosciatti, è però più vicino di quello che pensiamo. “Così vicino da identificarsi in un pezzo di pane che possiamo mangiare, in una persona che possiamo abbracciare. Il cristianesimo continua ad accadere come un avvenimento presente”. Il vescovo ritrova in questa situazione presenta molte analogie con il paganesimo romano del II-III secolo dopo Cristo. “I cristiani di allora non scommisero su una vittoria culturale o politica, rischiarono una testimonianza gratuita che si trasmetteva da persona a persona. In questo modo, in 300 anni, riuscirono a mutare il volto del più grande impero della storia. Così come ci testimonia Cassiano”.