Migranti: Comunità di Sant’Egidio di Catania, ricordati in una commemorazione i 6 giovani egiziani morti 11 anni fa tentando di sbarcare

(Foto Comunità di Sant'Egidio di Catania)

Anche quest’anno la città di Catania ha commemorato il tragico sbarco del 10 agosto 2013 quando, alle prime luci dell’alba del giorno di San Lorenzo, una piccola imbarcazione proveniente dall’Egitto si incagliò sul litorale Playa di Catania e, nel tentativo di raggiungere la riva, sei giovani egiziani persero la vita.
A promuovere la memoria è stata la Comunità di Sant’Egidio che ha ricordato ancora una volta l’importanza di quella giornata, del continuare a scegliere per un approccio umano e di spendersi per la costruzione della società del convivere.
Hanno preso parola don Carlo Palazzolo, direttore dell’Ufficio per la Pastorale dei migranti dell’arcidiocesi di Catania, l’imam della moschea di Catania Kheit Abdelhafid ed Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio.
Presenti anche tanti stranieri, il movimento “Giovani per la pace”, l’associazione Don Bosco 2000 e, attraverso il suo presidente Milinte, la Comunità mauriziana a Catania.
A dare il benvenuto, come ogni anno, è stato Dario Monteforte – titolare del Lido Verde e primo soccorritore nel 2013 di quell’imbarcazione – che è così intervenuto: “Nella notte incantata di San Lorenzo fui destato da voci misteriose provenienti dal mare. Lì, sotto la luce tremolante delle stelle cadenti, scorsi una moltitudine di persone emergere dalle onde. Era un barcone di migranti arenato vicino alla riva che portava con sé storie di speranza e disperazione”.
Emiliano Abramo ha così concluso gli interventi: “Da quello sbarco ad oggi il mondo è cambiato, ad esempio da oltre due anni è tornata la guerra in Europa. Anche noi dobbiamo cambiare e ricercare tutti i segni di pace vissuti per rispondere all’allarme di una guerra mondiale a pezzetti lanciato da Papa Francesco. Fare memoria di questo sbarco significa ricordare la sete di pace di tanti nel mondo. Salvare le vite in mare, accogliere, integrare ma anche commemorare e pregare per i morti, ancor prima del significato politico, sono gesti di pace in risposta alle tante guerre che, tra gli effetti tragici che provocano, costringono interi popoli a muoversi. Commemorare, cercare la pace e pregare per essa sono l’impegno che prendiamo quest’oggi, solidali con tutte le vittime di ogni guerra”.
La manifestazione si è conclusa con un breve corteo aperto da uno striscione con un messaggio chiaro “Pace sì, guerra no” preparato dai giovani di Sant’Egidio e, dopo aver deposto dei fiori di fronte la stele commemorativa dal titolo “Morire di speranza”, si è pregato per la pace.

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