Sudan: Msf, “continuano gli attacchi agli ospedali, bloccati i camion di forniture mediche”

In Sudan non si fermano i ripetuti attacchi alle strutture sanitarie di El Fasher, in Darfur settentrionale, mentre i camion di forniture mediche essenziali continuano ad essere bloccati mettendo a rischio altre vite. È l’allarme lanciato da Medici senza frontiere (Msf), che chiede a tutte le parti in conflitto di rispettare le strutture sanitarie e la popolazione civile e di consentire l’invio urgente di cibo e medicinali nell’area. L’ultimo attacco all’ospedale saudita, avvenuto il 29 luglio, è stato il decimo contro una struttura ospedaliera a El Fasher da quando i combattimenti si sono intensificati più di 80 giorni fa, il 10 maggio. Nell’attacco sono stati uccisi tre operatori e 25 persone sono rimaste ferite, comprese le persone sfollate che si erano rifugiate in una moschea vicina, anch’essa colpita. Il bombardamento è avvenuto mentre El Fasher era sotto attacco da parte delle Forze di supporto rapido (Rsf). Da quando i combattimenti si sono intensificati, quasi 12 settimane fa, oltre 2.170 feriti sono stati curati negli ospedali di El Fasher supportati da Msf e oltre 300 persone sono decedute a causa delle ferite riportate. Mentre un numero sempre maggiore di feriti continua ad affluire all’ospedale saudita e i camion di Msf continuano ad essere bloccati dalle Rsf nella città di Kabkabiya, le forniture mediche si stanno rapidamente esaurendo, mettendo ancora più a rischio le attività mediche salvavita.
“Non sappiamo se gli ospedali siano presi di mira intenzionalmente, ma l’incidente di lunedì dimostra che le parti in conflitto non stanno facendo nulla per risparmiarli”, dichiara Stéphane Doyon, responsabile della risposta di emergenza di Msf in Sudan. Almeno nove persone sono state uccise nei dieci attacchi agli ospedali di El Fasher degli ultimi 80 giorni, e almeno 38 sono rimaste ferite. L’ospedale saudita “è stato attaccato quattro volte finora, e se dovesse smettere di essere operativo in città non rimarrà più nessun luogo dove operare i feriti o le donne che necessitano di cesarei d’emergenza” continua Doyon. “Anche l’ospedale pediatrico è fuori servizio da maggio, quando è stato colpito da una bomba caduta nelle vicinanze che ha ucciso tre persone, tra cui due bambini che si trovavano nell’unità di terapia intensiva”.
Oltre agli attacchi alle strutture sanitarie, i camion di rifornimento di Msf sono stati trattenuti dalle RSF a Kabkabiya per le ultime quattro settimane e l’ospedale saudita rischia di rimanere senza i rifornimenti essenziali. “I nostri camion sono partiti da N’djamena in Ciad oltre sei settimane fa e avrebbero dovuto già raggiungere El Fasher, ma non abbiamo idea di quando saranno autorizzati. A El Fasher, ci restano kit chirurgici sufficienti per curare solo 100 persone. Se il numero di feriti continua a crescere al ritmo attuale, questi rifornimenti finiranno presto. I camion devono entrare il prima possibile” conclude Doyon. “Oltre ai rifornimenti per l’ospedale saudita, trasportano anche cibo terapeutico e forniture mediche per i bambini del campo di Zamzam, dove è in corso una grave crisi di malnutrizione. Al momento ci rimane solo cibo terapeutico sufficiente per altre poche settimane. Già ora molti bambini sono in fin di vita e l’arrivo dei rifornimenti è necessario per salvare le loro vite. Se il blocco degli aiuti umanitari non sarà revocato con urgenza, il numero di morti aumenterà”.
Msf chiede a tutte le parti in conflitto di fermare gli attacchi agli ospedali di El Fasher e in tutto il Sudan, e esorta le Rsf a far avanzare i camion da Kabkabiya per far arrivare i rifornimenti medici salvavita all’ospedale saudita e alle strutture di Msf nel campo di Zamzam. Inoltre, esorta le parti in conflitto a consentire l’arrivo rapido di forniture e convogli umanitari sia a El Fasher che a Zamzam, per evitare un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute della popolazione.

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