Diocesi: Treviso, don Perissinotto è il nuovo direttore dell’ufficio di Pastorale delle migrazioni

Un nuovo direttore per l’Ufficio per la pastorale delle Migrazioni nella diocesi di Treviso. Si tratta di don Silvano Perissinotto, 59 anni, collaboratore pastorale nelle tre parrocchie di Zero Branco, per molti anni missionario fidei donum in Ciad e già direttore del Centro missionario diocesano. Lo ha nominato il vescovo, mons. Michele Tomasi, in sostituzione di don Bruno Baratto, chiamato a guidare la Caritas diocesana. In una nota della diocesi mons. Tomasi presenta l ’ufficio pastorale per le Migrazioni e il suo ambito pastorale, e ringrazia don Baratto, che lo ha diretto fino ad ora, e i diversi collaboratori e collaboratrici. L’ufficio – spiega la nota – cura l’accompagnamento e la promozione di tutto quanto riguarda la vita di quanti si trovino ad essere migranti, per qualunque motivo, vivendo lontano dalla loro terra di origine o in una condizione non del tutto stabile di residenza. Si rivolge a immigrati stranieri, migranti interni italiani, rifugiati, profughi, apolidi e richiedenti asilo; si rivolge, inoltre, agli emigrati italiani; alle persone dello spettacolo viaggiante, a Rom, Sinti e nomadi. In questi mesi, mons. Tomasi sta effettuando una visita pastorale rivolta proprio alle comunità di cattolici provenienti da altri Paesi e culture presenti in diocesi: tra queste la comunità ucraina, quella ghanese, i romeni di rito greco-cattolico, gli indiani di rito siro – malabarese. Il presule ha colto l’occasione per ringraziare per la “preziosa opera” nei confronti dei trevigiani emigrati in tante parti del mondo, svolta dall’associazione internazionale “Trevisani nel Mondo”, nata per iniziativa di don Canuto Toso nel 1973, auspicando nel futuro una sempre maggiore collaborazione tra l’ufficio e l’associazione. “Compito principale dell’ufficio – sottolinea il vescovo – sarà quello di aiutare le comunità cristiane a riconoscere il valore dei fenomeni migratori, la presenza viva di tanti migranti in diocesi, il legame vivo con i tanti trevisani nel mondo, e soprattutto curare che la vita di fede e comunitaria dei cattolici provenienti da altre parti del mondo possa svolgersi tanto nelle forme proprie della loro cultura, lingua e tradizione, quanto in un rapporto vivo con le comunità parrocchiali della nostra diocesi, affinché il contributo di tanti fratelli e sorelle provenienti da lontano possa arricchire la vita cristiana di tutti e diffondere il concreto esercizio della fraternità”.

 

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