Allattamento: Russell (Unicef) e Ghebreyesus (Oms), “famiglie, comunità, politici hanno ruolo centrale” per sua protezione e sostegno

“La raccolta di dati affidabili è fondamentale per affrontare le disuguaglianze e garantire alle madri e alle famiglie un sostegno tempestivo ed efficace per l’allattamento. Attualmente, solo la metà dei Paesi raccoglie dati sui tassi di allattamento”. Lo ricordano in una nota, diffusa oggi in occasione della Settimana mondiale dell’allattamento, Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef, e Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “Per sostenere i progressi, è necessario disporre di dati anche sulle azioni politiche che rendono possibile l’allattamento, come le politiche occupazionali a favore delle famiglie, l’applicazione del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno e gli investimenti nell’allattamento. Il miglioramento dei sistemi di monitoraggio aiuterà ad aumentare l’efficacia delle politiche e dei programmi per l’allattamento, a fornire informazioni per un migliore processo decisionale e a garantire che i sistemi di sostegno possano essere adeguatamente finanziati”, evidenziano.
Quando l’allattamento è protetto e sostenuto, “le donne hanno più del doppio delle probabilità di allattare. Si tratta di una responsabilità condivisa. Le famiglie, le comunità, il personale sanitario, i politici e gli altri responsabili delle decisioni giocano tutti un ruolo centrale aumentando gli investimenti in programmi e politiche che proteggano e sostengano l’allattamento attraverso finanziamenti nazionali dedicati; attuando e monitorando politiche di lavoro a favore delle famiglie, come il congedo di maternità retribuito, le pause per l’allattamento e l’accesso a servizi di assistenza all’infanzia economici e di buona qualità”.
Occorre, inoltre, “garantire che le madri a rischio nelle emergenze o nelle comunità sottorappresentate ricevano protezione e sostegno per l’allattamento in linea con i loro bisogni specifici, compreso una consulenza tempestiva ed efficace sull’allattamento come parte dell’assistenza sanitaria di routine”; “migliorare il monitoraggio dei programmi e delle politiche di allattamento per informare e migliorare ulteriormente i tassi di allattamento”; “sviluppare e far rispettare le leggi che limitino la commercializzazione dei sostituti del latte materno, comprese le pratiche di marketing digitale, con un monitoraggio per segnalare di routine le violazioni del Codice”.
In Italia l’Unicef porta avanti le Baby-Friendly Initiatives (Bfi): buone pratiche, basate su prove di efficacia, che proteggono, promuovono e sostengono l’allattamento, offrendo e garantendo al contempo cure e sostegno adeguati alle madri che non allattano. Le Baby-Friendly Initiatives comprendono 35 Ospedali e 10 comunità riconosciuti Amiche delle bambine e dei bambini e 4 corsi di laurea Amici dell’Allattamento. Inoltre, fanno parte del programma dell’Unicef Italia “Insieme per l’allattamento” oltre 1.000 Baby Pit Stop (Bps), aree allestite per accogliere i genitori che vogliono allattare o cambiare il pannolino quando si trovano fuori casa.

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