Venezuela: convegno su Sinodo e sinodalità. Mons Biord (arcivescovo eletto Caracas), “non è questione di decreti, ma di volontà di camminare insieme”

Come procede il Sinodo della sinodalità? Con questa domanda, teologi di tutto il mondo si sono trovati la scorsa settimana in Venezuela per analizzare il processo in corso, convocato da Papa Francesco alla ricerca di una Chiesa in comunione, missione e partecipazione. Alphonse Borras (Belgio), Serena Noceti (Italia), Carlos Schickendantz (Argentina) e Carlos Galli (Argentina) hanno partecipato a un convegno teologico-pastorale organizzato dalla Conferenza episcopale venezuelana, dalla Conferenza venezuelana dei religiosi (Conver), dall’Istituto nazionale di pastorale (Inpas) e dal centro di formazione Cebitepal del Consiglio episcopale latinoamericano e dei Caraibi (Celam).

Agli ospiti internazionali si sono aggiunti numerosi leader ecclesiali locali, come monsignor Juan Carlos Bravo, vescovo di Petere, Alfredo Infante Silvera, provinciale della Compagnia di Gesù in Venezuela, Arturo Peraza, rettore dell’Università Cattolica Andrés Bello, suor María Fatima, madre sinodale. Per il teologo venezuelano Rafael Luciani, tra gli organizzatori dell’incontro, questo percorso sinodale implica “prendere decisioni a cui partecipano tutti, non solo la gerarchia”, ed è per questo che, quando “parliamo di sinodalità, è così importante che un laico, una laica, una suora, un religioso partecipino insieme al presbitero, al vescovo, perché è una Chiesa in cui tutti abbiamo la stessa responsabilità”.

Mons. Raul Biord Castillo, arcivescovo eletto di Caracas, ha partecipato attivamente a queste giornate. Citando il cardinale Bernard Jan Alfrink, arcivescovo di Utrecht (Paesi Bassi) e membro del Consiglio di Presidenza del Concilio Vaticano II, mons. Biord ha sottolineato che la Chiesa locale è l’unico luogo in cui il mistero unico della Chiesa di Cristo “si incarna concretamente nella nostra storia”. Da qui ha insistito sul fatto che la sinodalità “non è un principio, né sarà un decreto, non è perché il Papa dice che si devono istituire i consigli pastorali o diocesani, o il vescovo dice che si devono formare i consigli parrocchiali, non è per un decreto, ma piuttosto per la volontà di camminare insieme”.

 

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