Sinodo: Instrumentum laboris, “come essere Chiesa sinodale in missione”

Foto Siciliani-Gennari/SIR

“Come l’identità di popolo di Dio sinodale in missione può prendere forma concreta nelle relazioni, percorsi e luoghi nel cui intreccio si svolge la vita della Chiesa?”. È la domanda di fondo a cui intende rispondere l’Instrumentum laboris per la seconda sessione del Sinodo dei vescovi, in programma nell’ottobre prossimo. “Andare oltre” la prima sessione, celebrata un anno fa, per rispondere alla domanda su “come essere Chiesa sinodale in missione”, lo scopo del documento. “Su altre questioni emerse durante il cammino il lavoro sta proseguendo con altre modalità, a livello delle Chiese locali così come nei dieci Gruppi di studio”, si rende noto del testo, con una precisazione: “Le due sessioni non possono essere separate, né tantomeno opposte: sono in continuità, e soprattutto fanno parte di un processo più ampio che, sulla base di quanto indicato dalla Costituzione apostolica Episcopalis communio, non terminerà alla fine di ottobre”. L’Instrumentum laboris si apre con una sezione dedicata ai Fondamenti della comprensione della sinodalità, che ripropone la consapevolezza maturata lungo il percorso e sancita dalla prima sessione. Seguono tre parti “strettamente intrecciate, che illuminano da prospettive diverse la vita sinodale missionaria della Chiesa”: la prospettiva delle relazioni – con il Signore, tra i fratelli e le sorelle e tra le Chiese – che sostengono la vitalità della Chiesa ben più radicalmente delle sue strutture; la prospettiva dei percorsi che sorreggono e alimentano nella concretezza il dinamismo delle relazioni; la prospettiva dei luoghi che, “contro la tentazione di un universalismo astratto, parlano della concretezza dei contesti in cui si incarnano le relazioni, con la loro varietà, pluralità e interconnessione, e con il loro radicamento nel fondamento sorgivo della professione di fede”. Ciascuna di queste sezioni sarà oggetto della preghiera, dello scambio e del discernimento in uno dei moduli che scandiranno i lavori della seconda sessione, in cui ciascuno sarà invitato a “offrire il proprio contributo come un dono per gli altri e non come una certezza assoluta”, in un percorso che i membri dell’Assemblea sono chiamati a scrivere insieme. Su questa base sarà elaborato un Documento finale, relativo a tutto il processo finora compiuto, che offrirà al Santo Padre “orientamenti sui passi da compiere e sulle modalità concrete per farlo”.

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