Papa Francesco: nuovo statuto per la Rete mondiale di preghiera del Papa

La Rete mondiale di preghiera del Papa (Rmpp) continua ad essere affidata alla Compagnia di Gesù, “ma si apre a una dimensione universale, mettendosi al servizio di ogni Chiesa particolare nel mondo”. È quanto stabilisce il Papa, nel nuovo statuto della Fondazione, diffuso oggi, che abroga quello del 17 novembre 2020. Il patrimonio della Fondazione – si legge all’articolo 3 – è costituito della dotazione iniziale della somma di 150.000 euro e 280.000 dollari, che può essere incrementato “da acquisti, lasciti o donazioni di beni mobili e immobili pervenuti alla Fondazione e destinati sempre al conseguimento delle finalità istituzionali specificate nel presente Statuto; dai contributi di soggetti pubblici o privati; dal profitto delle royalties, come ad esempio i diritti di autore, dalle iniziative messe in corso con i fini istituzionali”. La Rmpp, si ricorda nell’articolo 4, propone ai cattolici un percorso spirituale chiamato “Il Cammino del Cuore”, che integra due dimensioni: “Compassione per il mondo e per gli esseri umani” e ha la missione, affidata dal Papa, “di far conoscere, promuovere e stimolare la preghiera per le sue intenzioni, che esprimono sfide dell’umanità e della missione della Chiesa. Essa è responsabile della loro diffusione in tutto il mondo e si impegna a promuoverle. Le persone che accolgono e pregano per queste intenzioni aprono il loro sguardo e il loro cuore ai bisogni del mondo, facendo proprie le gioie e le speranze, i dolori e le sofferenze dell’umanità e della Chiesa, e vengono ispirate a compiere opere di misericordia spirituale e corporale”. “La Fondazione è direttamente sottoposta all’autorità del Sommo Pontefice, che la governa mediante la Segreteria di Stato, tenendo conto dall’affidamento storico fin dall’inizio dell’Apostolato della Preghiera alla Compagnia di Gesù”, si legge all’articolo 6. Gli organi di governo della Fondazione sono il Consiglio di amministrazione, il direttore internazionale, i vicedirettori, il revisoe dei conti. Il Consiglio di amministrazione è presieduto dal direttore Internazionale che, “per quanto possibile”, sarà appartenente alla Compagnia di Gesù, proposto dal Superiore Generale e nominato dal Papa per cinque anni rinnovabili, trascorsi i quali il Superiore Generale avanzerà l’eventuale proposta di conferma al Santo Padre, per un ulteriore periodo. Il Consiglio è composto, oltre che dal Direttore Internazionale, da un rappresentante della Segreteria di Stato e da tre membri proposti dal Superiore Generale della Compagnia di Gesù. I membri del Consiglio sono nominati dal Segretario di Stato per un quinquennio e possono essere confermati nell’incarico. La scadenza dell’incarico affidato al Consiglio viene in ogni caso prorogata fino all’approvazione del bilancio consuntivo relativo all’ultimo esercizio del mandato. In caso di vacanza durante il quinquennio si provvede alle eventuali sostituzioni per il tempo residuo del mandato.

I Consiglieri decadono dal proprio incarico nel caso di assenza a tre riunioni consecutive senza giustificato motivo e nel caso “pongano in essere pubblicamente atti contrari alla morale e ai principi della Chiesa cattolica, ovvero vengano a trovarsi in situazioni d’incompatibilità con la permanenza in carica”. La decadenza viene dichiarata dal Segretario di Stato, su richiesta del Presidente del Consiglio di Amministrazione, che ha il compito tra l’altro di garantire “che la missione, la visione, la spiritualità propria e lo spirito ecclesiale della Rmpp siano in linea con gli orientamenti del Santo Padre e della Chiesa cattolica”. Secondo il nuovo statuto, inoltre, la Fondazione ha la capacità giuridica di “acquisire, trattenere, gestire e alienare beni temporali, secondo la normativa canonica e quella dello Stato Città del Vaticano, ed è responsabile della gestione di tali beni”. Viceversa, la Fondazione “non ha né capacità giuridica né potere di supervisione sull’attività amministrativa degli uffici nazionali”, che “compete ai singoli uffici secondo le norme applicabili nei rispettivi Paesi e riportando alle rispettive autorità canoniche locali”. La Fondazione, infine, “non detiene alcun potere di supervisione o capacità giuridica sui singoli uffici nazionali per quanto riguarda le questioni patrimoniali ed economico-finanziarie”.

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