(Trieste) “Ci ha molto colpito e facciamo nostro il richiamo del Santo Padre a non accontentarci di una fede marginale e ad essere costruttori di pace. Di non temere di dare testimonianza dello ‘scandalo della fede’, come l’ha chiamato Francesco: siamo certi che una fede interamente vissuta incide in ogni ambito della vita, anche nella costruzione della società e nella politica”. Così Cesare Pozzoli, vicepresidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, commenta al Sir quanto emerso nella 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia che si chiusa oggi a Trieste con la messa di Papa Francesco.
“I nostri delegati e i nostri volontari – spiega – hanno vissuto questi giorni intensi confrontandosi con il tema della democrazia insieme ai nostri vescovi, agli altri movimenti, aggregazioni e le varie realtà della Chiesa italiana. Si è trattato di un importante momento di condivisione e di cammino comune, in cui si è chiarita ancora una volta la responsabilità educativa che abbiamo come movimento, nella fedeltà e nella continua riscoperta del nostro specifico carisma”. “Cl – prosegue il vicepresidente – era presente nelle ‘Piazze della democrazia’ con le buone pratiche di alcune associazioni nate dalla nostra storia. Don Giussani ci ha sempre ricordato che ‘il governo di una società non può non avere come sua prima preoccupazione quella di favorire e valorizzare ciò che nasce dal cuore dell’uomo, prendendo consistenza in forme associative. Questo è anche l’unico criterio per giudicare una realtà politica e un comportamento politico’”. “Siamo consapevoli quindi che la sfida della partecipazione non può essere slegata da un amore al bene comune e alla dignità infinita di ogni persona”, conclude Pozzoli.