Settimana sociale: Rotondo (Un. Catania), commento alla “A Diogneto”. “Novità rivoluzionaria della fede in Cristo sul piano etico, spirituale e sociale”

(Trieste) “I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. […] Risiedono in città sia greche che barbare… Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri… Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati… I cristiani rappresentano nel mondo ciò che l’anima è nel corpo”. Sono alcuni passaggi della “A Diogneto”, testo del II-III secolo, di origine incerta, scritto in greco, che attraversa i testi del Vaticano II, commentato questa mattina, nei capitoli 5 e 6, da Arianna Rotondo, docente di Storia del cristianesimo all’Università degli Studi di Catania, in apertura di giornata a Trieste. Un documento che “rappresenta la novità rivoluzionaria della fede in Cristo sul piano etico, spirituale e sociale”, ha affermato la studiosa durante la riflessione spirituale. “Appare una nuova mentalità, una verità paradossale. La fede in Cristo porta non già a estraniarsi dal mondo, ma a condividerne appieno le sorti”. “I cristiani sono cittadini del cielo e al contempo condividono le sorti del mondo, sono chiamati ad impegnarsi in esso per il bene comune”. La “cura per la città”, nella quale “sono coscienza critica”, li richiama a “una passione civile, partecipi dell’ordine sociale. Superano le leggi, pur rispettandole, mentre spalancano lo sguardo verso un orizzonte superiore”.

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