L’ordine impartito dall’esercito israeliano di evacuare i 250mila civili dalla zona di Khan Younis, suscita da parte dell’Unione europea “profonda preoccupazione”, espressa in una dichiarazione dell’Alto rappresentante Josep Borrell e dal commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarčič. L’attenzione è in particolare rivolta ai pazienti dell’Ospedale europeo, uno dei pochi ospedali ancora parzialmente funzionanti nel sud di Gaza, che sono stati trasferiti in altre strutture, mentre il personale sta cercando di salvare le attrezzature. Gli ospedali rimasti, già sopraffatti, saranno ulteriormente gravati da sovraffollamento e carenze. “Le evacuazioni forzate stanno creando una crisi umanitaria nella crisi” che riguarda quasi 1,9 milioni di sfollati all’interno della Striscia, riferiscono i leader europei. “Non ci sono strutture per accogliere le persone e i partner umanitari faticano a soddisfare gli immensi bisogni dei nuovi sfollati”, denunciano, e, rivolgendosi a Israele ribadiscono che “affinché le evacuazioni non equivalgano a trasferimenti forzati vietati, devono garantire la sicurezza durante il transito e un’adeguata sistemazione in aree di rifugio”. Inoltre Israele “è responsabile di garantire che gli sfollati possano ritornare alle loro case, o alle aree di residenza abituale, una volta terminate le ostilità”. È importante il cessate il fuoco adesso, concludono i leader europei, per permettere l’arrivo di aiuti umanitari a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi.