“La sentenza della Consulta della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale la norma nella parte che negava i benefici previsti per i superstiti delle vittime del terrorismo o della criminalità organizzata ai parenti e agli affini entro il quarto grado di persone sottoposte a misure di prevenzione o indagate per alcune tipologie di reato ed evidenziando come tale valutazione non può essere effettuata in modo automatico, ma occorre valutare il caso concreto, è una risposta estremamente importante per le tante famiglie di vittime innocenti di mafia che attendono da anni un sostegno e auspichiamo che agevoli il corso della modifica della legge specifica, in modo da sbloccare percorsi di riconoscimento paralizzati e penalizzati in modo inaccettabile”. In una nota Libera, insieme alla rete dei familiari di vittime innocenti di Libera, così commenta la sentenza della Consulta, che dichiara incostituzionale negare benefici per le vittime di terrorismo o mafie a parenti indagati. “Come Libera per anni abbiamo contestato tale sistema – partendo dal termine ‘benefici’, che va trasformato in ‘diritti’ – che mortificava le famiglie delle vittime, a cui a causa di un parente con cui non avevano più alcuna frequentazione proprio per i reati che tale persona aveva commesso, venivano negate le misure necessarie a sostenerli a causa dei gravissimi danni subiti per l’uccisione del loro congiunto. Una battaglia che portiamo avanti, con la campagna ‘Diritti Vivi’, che accoglie il disagio e il dolore espresso dai familiari delle vittime causato dalle criticità delle norme in materia di vittime di mafia”.