“I Giochi olimpici di Parigi riportano alla mente lo spirito che animò l’istituzione delle Olimpiadi originali. Mettere da parte le tensioni di un popolo spesso in guerra e utilizzare la tregua per onorare lo spirito della competizione olimpica. Papa Francesco, ancora una volta, ha invitato a farsi interpreti dell’anima più antica dei Giochi, ricordando che ‘lo sport ha anche una grande forza sociale, capace di unire pacificamente persone di culture diverse’”. Olimpiadi e Paralimpiadi, dunque, siano “segno del mondo inclusivo che vogliamo costruire e che gli atleti, con la loro testimonianza sportiva, siano messaggeri di pace e validi modelli per i giovani”. Il tutto, proprio nel solco “dell’antica tradizione”, la quale prevedeva (e prevede) che “le Olimpiadi siano occasione per stabilire una tregua nelle guerre, dimostrando una sincera volontà di pace”. Lo scrive l’arcivescovo di Ancona-Osimo, Angelo Spina, nell’editoriale di Presenza, il mensile diocesano. “Se le Olimpiadi possono essere un momento di pace, altrettanto possono essere un’occasione per ristabilire il dialogo nel quale le differenze culturali possono cementare i rapporti piuttosto che dividerli”, osserva il presule, che ancora riporta le parole di Papa Francesco o all’arcivescovo di Parigi in occasione dei Giochi olimpici, che si sono aperti il 26 luglio: “Mi rallegro con voi per lo svolgimento di questa prestigiosa competizione sportiva di portata internazionale. Lo sport è un linguaggio universale che trascende le frontiere, le lingue, le razze, le nazionalità e le religioni; ha la capacità di unire le persone, favorire il dialogo e l’accoglienza reciproca; stimola il supera mento di sé, forma allo spirito di sacrificio, favorisce la lealtà nelle relazioni interpersonali; invita a riconoscere i propri limiti e il valore degli altri. I Giochi olimpici, se rimangono veramente dei ‘giochi’ possono dunque essere un luogo eccezionale di incontro tra i popoli, anche i più ostili. I cinque anelli intrecciati rappresentano questo spirito di fraternità che deve caratterizzare l’evento olimpico e la competizione sportiva in generale. Desidero dunque che le Olimpiadi di Parigi siano per tutti coloro che verranno da ogni parte del mondo un’occasione imperdibile per scoprirsi e apprezzarsi, per abbattere i pregiudizi, per far nascere la stima dove ci sono disprezzo e diffidenza, e l’amicizia dove c’è odio. I Giochi olimpici sono, per natura, portatori di pace e non di guerra. È in questo spirito che l’Antichità aveva, con saggezza, in staurato una tregua durante i Giochi e che l’epoca moderna tenta regolarmente di riprendere questa felice tradizione. In questo periodo travagliato, in cui la pace mondiale è gravemente minacciata, desidero ardentemente che ciascuno si impegni a rispettare questa tregua nella speranza di una risoluzione dei conflitti e del ritorno alla concordia”.