Ue-Italia: via libera alla quinta tranche del Pnrr che vale 11 miliardi. Semaforo verde per accordo Ita-Lufthansa

Accolta la richiesta dell’Italia del pagamento della quinta tranche del Pnrr che vale 11 miliardi di euro, perché la Commissione ha dato valutazione preliminare positiva dei 53 traguardi e obiettivi connessi. La quinta richiesta di pagamento infatti era legata alla realizzazione di 14 riforme e 22 investimenti, che la nota dell’esecutivo europeo definisce “passi importanti” che stimoleranno cambiamenti positivi per i cittadini e le imprese in Italia in diversi settori: la legge sulla concorrenza, gli appalti pubblici, la gestione dei rifiuti (con un programma che ha migliorato la raccolta differenziata dei rifiuti urbani e ha portato alla chiusura di 22 discariche irregolari) e delle risorse idriche, la giustizia, il quadro di revisione della spesa pubblica come pure l’istruzione secondaria e terziaria (con riforme che mirano a migliorare i risultati scolastici, a riallineare i programmi di studio alle esigenze del mercato del lavoro e ad agevolare l’accesso degli studenti all’occupazione). Se anche il comitato economico e finanziario darà parere positivo sulla valutazione preliminare, potrà partire il pagamento.
Un secondo semaforo verde per l’Italia è arrivato oggi da Bruxelles: riguarda l’acquisizione del controllo di Ita da parte della tedesca Lufthansa. “L’approvazione è subordinata al pieno rispetto delle misure correttive offerte da Lufthansa e dal Mef”, oggi azionista unico di Ita, precisa la nota dell’esecutivo europeo che aveva chiesto correttivi alla proposta iniziale onde evitare di infrangere le norme Ue sulla concorrenza. Si potrà procedere, fatta salva la tutela della concorrenza nello scalo di Milano-Linate, e impegni relativi alle rotte a breve e lungo raggio: un fiduciario indipendente, incaricato dalla Commissione, avrà il compito di monitorare “il pieno rispetto degli impegni”. La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha spiegato la cautela: garantire la concorrenza evita che i passeggeri “si ritrovino con costi maggiori o con servizi di trasporto aereo ridotti e di qualità inferiore su certe rotte da e per l’Italia”.

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