Settimana sociale: Mattarella, “si ripropongono tentazioni neo-colonialistiche e neo-imperialistiche, necessario misurarsi con la storia”. “Nuovi steccati sempre in agguato”

(Trieste) “Oggi dobbiamo rivolgere sguardo e attenzione a quanto avviene attorno a noi, in un mondo sempre più raccolto e interconnesso. Accanto al riproporsi di tentazioni neo-colonialistiche e neo-imperialistiche, nuovi mutamenti geopolitici sono sospinti anche dai ritmi di crescita di Stati-continente in precedenza meno sviluppati, da tensioni territoriali, etniche, religiose che, non di rado sfociano in guerre drammatiche, da andamenti demografici e giganteschi flussi migratori. Attraversiamo fenomeni – questi e altri – che mutano profondamente le condizioni in cui si viveva in precedenza e che è impossibile illudersi che possano tornare”. È lo scenario tratteggiato questo pomeriggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia di apertura della 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia, ospitata al GCC – Generali Convention Center di Trieste.
“Dalla dimensione nazionale dei problemi – e delle conseguenti sfere decisionali – siamo passati a quella europea e, per qualche aspetto a quella globale. È questa – ha ammonito – la condizione della quale siamo parte e nella quale dobbiamo far sì che a prevalere sia il futuro dei cittadini e non delle sovrastrutture formatesi nel tempo”. Poi il passaggio sulla “visione storica e la sagacia di Alcide De Gasperi con la scelta di libertà del Patto Atlantico compiuta dalla Repubblica nel 1949” e “il suo coraggioso apostolato europeo”. “È necessario misurarsi con la storia, porsi di fronte allo stato di salute delle istituzioni nazionali e sovranazionali e dell’organizzazione politica della società”. “Nuovi steccati sono sempre in agguato a minare la basi della convivenza sociale: le basi della democrazia non sono né esclusivamente istituzionali né esclusivamente sociali, interagiscono fra loro”, ha osservato Mattarella, ribadendo che “l’esercizio della democrazia non si riduce a un semplice aspetto procedurale e non si consuma neppure soltanto con la irrinunziabile espressione del proprio suffragio nelle urne nelle occasioni elettorali”. “Presuppone – ha commentato – lo sforzo di elaborare una visione del bene comune in cui sapientemente si intreccino – perché tra loro inscindibili – libertà individuali e aperture sociali, bene della libertà e bene dell’umanità condivisa. Né si tratta di questione limitata ad ambiti statali”.

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