Settimana sociale: card. Zuppi, “Satnam Singh è uno di noi”, no a “caporalato” e “disumanità”

(Trieste) “La solidarietà è verso tutti, non guarda il passaporto perché tutti diventano il nostro prossimo e parte nel nostro futuro”. È il monito del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nel suo intervento alla cerimonia di apertura della Settimana sociale di Trieste, di fronte al presidente Mattarella. “Ci angoscia il fatto che oggi i poveri assoluti siano cresciuti fino a diventare più di 5 milioni e mezzo: 1 su 10, tantissimi”, ha proseguito: “Quante risorse sprecate, quante opportunità perdute, quanti campi in cui è urgente una maggiore solidarietà! Pensiamo agli anziani dei quali dobbiamo proteggere la fragilità, ai disabili, ai giovani che sentono di non avere un futuro ma in realtà lo cercano, alle donne vittime della violenza maschile, a chi lavora in condizioni inaccettabili, alla casa senza la quale non c’è integrazione e nemmeno famiglia e futuro”. Poi il riferimento alla stringente attualità: “Satnam Singh sognava il futuro e lavorava per ottenerlo: è uno di noi, lo ricordiamo con commozione e la sua vicenda è un monito che svela l’ipocrisia di tante parole che purtroppo rimangono tali e, quindi, beffarde. Sentiamo totalmente estraneo a noi il caporalato, la disumanità, lo sfruttamento delle braccia che dimenticano e umiliano la persona che offre le sue braccia. Mi ha colpito che la persona che lo aveva ospitato ha detto di avergli dato il posto perché ricordava come suo papà emigrato dormisse nelle cabine telefoniche in Svizzera. La solidarietà presidia e difende la vita di tutti, tutela il diritto a nascere come quello ad essere curati e accompagnati fino alla fine, difesi dal dolore e senza che nessuna logica o calcolo affretti la morte di nessuno. La solidarietà è un motore invisibile ma indispensabile di tutta la vita collettiva. La sua mancanza indebolisce il tessuto sociale, ostacola la crescita economica, offende l’individuo e non ne sa valorizzare le capacità e, alla fine, svuota la democrazia. La solidarietà passa attraverso le comunità in cui l’uomo vive: le comunità ecclesiali e le tantissime realtà di libero e gratuito altruismo, la famiglia ma anche le comunità locali e regionali, la nazione, il continente, l’umanità intera”.

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