Durante la propria Assemblea plenaria, in corso a Bogotá, la Conferenza episcopale colombiana ha eletto la sua nuova presidenza, per il triennio 2024-2027. È stato eletto presidente mons. Francisco Javier Múnera Correa, padre della Consolata, arcivescovo di Cartagena. Mons. Gabriel Ángel Villa Vahos, arcivescovo di Tunja, e mons. Germán Medina Acosta, vescovo eletto di Engativá, sono rispettivamente vicepresidente e segretario generale.
“È un servizio, è una missione e la assumiamo con totale fiducia nella Provvidenza del Signore e contando anche sull’appoggio, la collaborazione e la solidarietà di tutto il popolo di Dio, specialmente dei nostri fratelli vescovi”, ha affermato dopo l’elezione mons. Múnera, secondo quanto riporta l’ufficio stampa della Cec. “Vogliamo fare un appello al Paese, e soprattutto a tutti coloro che hanno la responsabilità di guidare il destino del Paese, a lavorare insieme per unire il Paese, per costruire un progetto nazionale, di cui abbiamo tanto bisogno”; in modo “che rafforziamo le nostre istituzioni e la nostra democrazia, siamo capaci di risolvere i nostri conflitti attraverso il dialogo, il consenso, la conciliazione e, soprattutto, insieme, sradichiamo i due grandi mali che affliggono il Paese: la violenza e la corruzione. E con questi, in questi due compiti, possiamo lavorare tutti insieme per costruire un Paese più equo, più unito, più fraterno”, ha concluso l’arcivescovo di Cartagena.
“L’elezione di mons. Múnera è un segno di speranza per rafforzare la costruzione della pace in un Paese martoriato da 60 anni di guerra e conflitto civile, che l’arcivescovo conosce profondamente, soprattutto rispetto alla lotta contro il narcotraffico – commenta dalla capitale colombiana Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani -. Infatti, dal dicembre 1998 al marzo 2021 ha accompagnato come pastore zone molto difficili dell’Amazzonia, a partire da San Vicente del Caguán, animando assieme agli altri padri della Consolata la campagna ‘Non solo coca’, che ha dato progetti e prospettive alternative ai campesinos della zona”.