Marija Pejčinović Burić, segretaria generale del Consiglio d’Europa, in una dichiarazione diffusa a Strasburgo ha condannato “fermamente” le ultime sentenze emesse in contumacia in Bielorussia verso un gruppo di esperti, giornalisti e politici dell’opposizione bielorussi, al termine di un “processo collettivo, basato su accuse infondate e false, condotto in palese disprezzo del giusto processo”, afferma Pejčinović Burić, definendolo “un altro brutale promemoria delle sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani derivanti dalla repressione politica nel Paese”. Tra le persone condannate “arbitrariamente”, ci sono partner del Consiglio d’Europa che si impegnano in modo instancabile per i valori europei comuni di diritti umani, stato di diritto e democrazia, riferisce sempre la segretaria generale che aggiunge: “È scandaloso che i bielorussi continuino a essere ingiustamente perseguiti e condannati per aver esercitato pacificamente e coraggiosamente i propri diritti, o anche solo per aver svolto la propria attività professionale”. Pejčinović Burić esprime anche solidarietà con tutti i prigionieri politici in Bielorussia, chiede il rilascio immediato e senza condizioni, e che le responsabilità per le sofferenze inflitte siano acclarate in linea con il diritto internazionale e conclude: “Il Consiglio d’Europa continuerà a lavorare a stretto contatto con le forze democratiche, la società civile e i media indipendenti in Bielorussia, nonché con tutti coloro che aspirano a una Bielorussia libera e democratica”.