“Accogliamo la tua presenza in mezzo a noi. Ti chiediamo di risplendere e di riempire con la tua chiarezza ogni momento condiviso, ogni spazio di incontro. Brilla con la tua luminosità, liberaci da ciò che ci opprime e invitaci a trasformare il nostro mondo con cura, con amore e con la tua pace”. Con una grande preghiera ecumenica sul sagrato della chiesa si è aperta oggi al Monastero di Camaldoli la 60ª sessione di formazione ecumenica del Sae-Segretariato attività ecumeniche. Il tema scelto per la sessione di quest’anno è “Una terra da abitare e custodire. ‘Il Signore Dio prese l’essere umano e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse’ (Gen 2,15)”. Quasi duecento persone da ogni regione d’Italia, laiche, laici, presbiteri e religiosi di diverse confessioni cristiane hanno pregato attraverso canti, parole e gesti simbolici. Il gruppo liturgico, formato da cattoliche e cattolici laici e da una coppia pastorale evangelica, ha condotto la preghiera che si è rivolta alla Trinità: il Creatore dell’universo, il Figlio morto e risorto, lo Spirito che conduce alla giustizia. Dom Matteo Ferrari, priore dell’Ordine camaldolese, ha accolto con gioia l’assemblea ricordando la Regola benedettina: “Tutti gli ospiti siano accolti come Cristo e a tutti si debba il dovuto onore. Si preghi insieme e ci si scambi la pace”. Ha inoltre sottolineato l’importanza che l’impegno per l’unità riveste per la comunità, che parteciperà alle celebrazioni della sessione. “Il cammino ecumenico fa parte della nostra vita, tradizione e spiritualità. Ci riguarda e ci sta a cuore”.