La rete Caritas dell’America Latina e dei Caraibi, composta da 22 Paesi del continente, ha espresso la propria solidarietà al popolo venezuelano, che il 28 luglio si recherà alle urne per eleggere il nuovo presidente, in un contesto di gravi violazioni alla libertà dell’esercizio di voto e senza la garanzia di osservatori indipendenti. Ier è stata chiusa la frontiera con la Colombia, impedendo così a numerosi venezuelani di rientrare nel paese per poter esprimere il proprio voto. Il presidente Nicolás Maduro punta alla riconferma, ma il cartello dell’opposizione, guidato da Edmundo González Urrutia, punta a una vittoria talmente schiacciante da non poter essere negata neppure da un Consiglio elettorale totalmente dipendente dal Governo.
La Caritas del Continente ricorda che “come confederazione abbiamo camminato al fianco dei venezuelani vulnerabili dentro e fuori il Paese, ascoltando i loro desideri e le loro speranze di vivere con la libertà e la dignità di figli di Dio”. La nota chiede che le prossime autorità elette “in quella nazione siano in grado di costruire un destino comune di libertà, pace e progresso, con pari dignità e opportunità per tutti i venezuelani”.
La Caritas lancia, infine tre appelli. In primo luogo” che i venezuelani possano partecipare alle elezioni senza coercizioni o abusi che deteriorino le condizioni per l’esercizio dei diritti politici”. In secondo luogo, chiede “tempismo e trasparenza nel documentare e denunciare i fatti che potrebbero minare i diritti dei cittadini e la fiducia nel processo elettorale”. In terzo luogo, si invita a promuovere comportamenti politici di incontro, rispetto e tolleranza che smantellino la visione dell’altro come nemico. Questi atteggiamenti sono rifiutati dalla maggioranza della popolazione e devono essere superati dagli attivisti politici.