Colombia: denuncia di mons. Abril (Arauca) “omicidi selettivi, reclutamento di minori, sequestri ed estorsioni

Proseguono in Colombia situazioni di violenza e terrore. Mons. Jaime Cristóbal Abril González, vescovo di Arauca (zona orientale del Paese), ha espresso la sua preoccupazione per le diverse e crescenti situazioni di violenza e conflitto armato che continuano a verificarsi nella regione, denunciando omicidi selettivi, reclutamento di minori, minacce, sequestri, estorsioni e sparizioni: “La paura e l’ansia, invece di diminuire, sono aumentate negli ultimi tempi”. Prosegue il vescovo: “Esprimiamo la speranza che si possano trovare soluzioni, percorsi di incontro e dialogo, progressi concreti che portino al superamento di tutto ciò che sta gravemente colpendo le nostre comunità. Siamo particolarmente preoccupati per le notizie che ci giungono dai comuni Tame, Arauquita e Puerto Rondón”. In particolare, mons. Abril ha fatto riferimento a quanto accaduto lo scorso 21 luglio, quando sono state sfollate più di 20 famiglie nel centro urbano del comune di Puerto Rondón. Di fronte a questa situazione, il vescovo di Arauca ha lanciato diversi appelli urgenti. Agli attori armati illegali ha chiesto di porre fine a questi eventi che colpiscono gravemente la popolazione; “di lasciare la popolazione civile fuori da ogni conflitto e di rispettare il diritto internazionale umanitario”. Alle autorità, sia a livello dipartimentale che nazionale, ha chiesto di “andare effettivamente e tempestivamente incontro ai fratelli e alle sorelle che soffrono, portando loro aiuti concreti”. Scenari di paura sono tornati anche nella capitale, Bogotá, dove venerdì, nel quartiere residenziale di Teusaquillo, non molto distante dalla Nunziatura, dalla casa provinciale dei gesuiti e dalle sedi di molte ong europee, si è rischiata una strage. Gabriel Ángel, scrittore, ex guerrigliero firmatario degli accordi di pace del 2026 era, con ogni probabilità il destinatario di una bomba contenuta in una valigia, per fortuna non esplosa”. “La guerra è arrivata nel centro di Bogotá”, afferma al Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani, residente nello stesso isolato teatro dei fatti.

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