Le organizzazioni che difendono gli haitiani nella Repubblica Dominicana hanno denunciato ieri un aumento dei casi di violenza razzista contro i migranti provenienti dal Paese vicino. Secondo il collettivo #HaitianosRD, la cui nota viene ripresa dall’agenzia Efe, nelle ultime settimane c’è stata “una ripresa” degli omicidi e delle violenze contro gli haitiani “da parte di militari, poliziotti e agenti dell’immigrazione, così come di civili radicalizzati”. Il gruppo, che riunisce le organizzazioni che difendono gli haitiani e i discendenti haitiani nel Paese, ha citato la morte, tra marzo e giugno, di tre migranti per mano dell’esercito, nonché due omicidi a luglio di due contadini haitiani da parte di un proprietario terriero. Ha anche fatto riferimento alla morte di una donna di 23 anni mentre veniva trasportata nel suo Paese dopo essere stata trattenuta “arbitrariamente” il 3 luglio dagli agenti dell’immigrazione, che le avrebbero negato le cure mediche.
Secondo l’ong haitiana Grupo de Apoyo a los Repatriados y Refugiados, gli agenti migratori hanno cercato di disfarsi del corpo al confine con Haiti, violando i protocolli binazionali e senza fornire alcuna spiegazione per la morte in loro custodia. Questo caso “ritrae chiaramente la violenza razzista del governo dominicano, i cui agenti hanno effettuato migliaia di detenzioni arbitrarie a scopo estorsivo, sia di persone in situazione migratoria regolare che irregolare”, si legge nella nota. Nel suo comunicato, il collettivo #HaitianosRD ha anche denunciato la continuazione di “incursioni illegali” in varie parti del Paese da parte di militari, agenti di polizia e membri della Direzione generale della migrazione”. Incursioni “senza mandati o la presenza di pubblici ministeri, sono di solito effettuate a tarda notte”.