“Il nostro amato Paese si trova in una prolungata crisi politica, economica, sociale, morale e spirituale, che ci obbliga a chiederci: cosa vogliamo oggi dal Perù?”. È l’interrogativo con cui si apre il messaggio che il presidente della Conferenza episcopale peruviana (Cep), mons. Miguel Cabrejos, arcivescovo di Trujillo, ha diffuso ieri, alla vigilia di giorni festa per l’anniversario dell’indipendenza, che si tengono nel fine settimana.
“Attualmente – si legge nella nota –, il deterioramento e lo scontro delle nostre istituzioni e la mancanza di credibilità in esse, la mancanza di leadership sociale, politica e, soprattutto, etica, la debole assenza dello Stato e la scarsità di infrastrutture sanitarie, educative, stradali e di altri servizi pubblici, soprattutto nelle zone più remote del Paese, hanno dato origine a una grande fragilità politica e sociale, che impedisce la promozione dello sviluppo umano integrale. Il popolo peruviano, nell’eleggere i propri rappresentanti, deve esigere che questi creino meccanismi di gestione e controllo efficaci, con elevata competenza professionale e probità morale, che garantiscano che le decisioni politiche promuovano realmente il bene comune, la giustizia, l’equità e la stabilità democratica. Pertanto, dobbiamo unirci, rompere con l’indifferenza e l’insensibilità, muovendoci verso una cultura della legalità e della fraternità sociale, basata sulla dignità umana e sulla promozione del bene comune”.
Per mons. Cabrejos, “un nuovo impegno per il Perù implica una giustizia riparativa, che curi le ferite e compensi il dolore dell’eccesso e dell’abuso. Ed è “urgente aprire un dialogo che sia persistente nel tempo, coraggioso nelle sue proposte e vincolante nelle sue decisioni, che generi accordi e impegni per tutti e recuperi la grande riserva morale e spirituale della società peruviana, con i suoi valori e le sue ricchezze, per trovare nuove vie di comprensione”.