“I dati emersi anche oggi sulle ispezioni in agricoltura sono impietosi e confermano alcune situazioni da far west che denunciamo da anni: bisogna intervenire a livello nazionale per affermare il lavoro dignitoso e la legalità per un made in Italy agroalimentare che sia davvero pulito, equo, frutto di filiere tracciate e trasparenti, e per farlo dobbiamo partire da una concreta emersione dei tanti lavoratori immigrati che, pur lavorando da anni in Italia, si sono ritrovati in posizioni di irregolarità”. Così il segretario generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota, commenta i dati resi noti oggi sulle ultime ispezioni effettuate in agricoltura da Inps, Carabinieri e Ispettorato del Lavoro, con 109 aziende controllate nelle province di Mantova, Modena, Latina, Caserta e Foggia, di cui 62 presentavano irregolarità, e in cui sono stati riscontrati anche 64 lavoratori impiegati completamente in nero, di cui 23 stranieri sprovvisti di regolare permesso di soggiorno.
“Oltre a dover garantire permessi di soggiorno con cui riconoscere dignità, tutele, diritti e doveri – aggiunge il sindacalista – bisogna agire con un cronoprogramma, come abbiamo chiesto al Governo, per fare alcune cose con tempi certi: superare la logica del click day per i decreti flussi, dire basta alle cooperative senza terra, divulgare prezzi anticaporalato, introdurre forme di decontribuzione per le imprese che si iscrivono alla Rete del lavoro agricolo di qualità, coinvolgere gli enti bilaterali per un reperimento della manodopera più tracciabile e basato sul reale fabbisogno delle imprese, utilizzare le tecnologie delle Forze dell’Ordine per incrociare meglio i dati, e infine spendere in maniera virtuosa e trasparente i 200 milioni del Pnrr stanziati per superare i ghetti dei braccianti, tutte risorse che ci risultano finora mai utilizzate in nessun territorio”.
“Su alcune di queste priorità, abbiamo avuto riscontro positivo dai ministri Calderone e Lollobrigida negli ultimi incontri, soprattutto a partire dall’orribile vicenda di Satnam Singh a Latina, ma ora bisogna agire presto anche su tutti gli altri fronti, motivo per cui ci attendiamo concreti passi in avanti anche in vista della nuova convocazione giunta per il 6 agosto presso il ministero del Lavoro”, annuncia in conclusione il leader della Fai-Cisl.