Ieri mattina dopo diversi violenti attacchi a Khan Younis, secondo il Ministero della Sanità, l’ospedale Nasser nel sud di Gaza è stato nuovamente sopraffatto dall’arrivo di oltre un centinaio di feriti. L’ospedale è costantemente sotto pressione perché la violenza nel sud di Gaza continua senza sosta con persone uccise, ferite, mutilate. “La situazione all’ospedale Nasser è catastrofica e l’afflusso di pazienti non si è fermato per tutto il giorno”, afferma Ahmad Abu Warda, responsabile delle attività mediche di Msf all’ospedale Nasser. “Sono arrivate intere famiglie: morte o ferite. Abbiamo cercato di dare priorità a chi doveva andare in sala operatoria”. L’ospedale ha raggiunto la piena capacità: tutti i letti sono occupati e i pazienti sono stati spesso costretti a condividere i letti. I team di Msf riferiscono che l’ospedale ha chiesto alle persone di donare il sangue, poiché le scorte di sangue stanno finendo. “Arrivavano ambulanze ogni due minuti al pronto soccorso. Bambini, donne e molti anziani, e abbiamo visto almeno un paramedico tra i feriti” dice Pascale Coissard, coordinatrice dell’emergenza di Msf a Gaza. Ogni afflusso di pazienti feriti dopo attacchi e combattimenti prosciuga le scorte mediche per maternità, traumi, ustioni e altri servizi sanitari. Le équipe di Msf stanno cercando di soddisfare i bisogni medici, ma con scorte e risorse insufficienti in una situazione così caotica, salvare vite è diventato estremamente difficile. “Ieri al Nasser l’afflusso di massa di pazienti è stato continuo per tutto il giorno. Arrivavano costantemente pazienti feriti. Una situazione che sta mettendo a dura prova il nostro staff. Anche i miei stessi colleghi vivono nella zona evacuata e oggi erano in lacrime. Non è rimasto nient’altro oltre al Nasser – dice in una video testimonianza Javid Abdelmoneim, responsabile medico di Msf al Nasser Hospital -. Se dovessimo chiudere l’ospedale Nasser, non ci sarebbe nessun altro posto per i pazienti, un numero compreso tra le 400 e le 600 persone. Abbiamo portato i casi più urgenti in sala operatoria, al reparto ustioni e all’unità traumatologica. Con la banca del sangue a livelli critici, abbiamo dovuto raccogliere donazioni. Uno sforzo immane. Abbiamo bisogno che tutto ciò finisca, siamo alla fine. Non c’è nessun altro posto in cui andare se il Nasser dovesse chiudere e siamo arrivati davvero ad un punto critico”.