In materia di infezioni ospedaliere (Ica) l’Italia rappresenta uno dei Paesi con le peggiori performance, con 11mila decessi l’anno, un terzo di quelli che si verificano in tutta Europa; secondo l’ultimo report dell’Ecdc, le Ica in Italia sono almeno 430mila, mentre l’incidenza è tra le maggiori in Europa (8.2 persone con una infezione correlata all’assistenza ogni 100 ricoverati). Per affrontare questa situazione, un supporto giunge da una piattaforma informatica, la consulenza a distanza sincrona sulle infezioni (Cadis), che permetterà significativi miglioramenti nella tutela della salute dei pazienti e nella loro sopravvivenza.
In Italia, le strutture sanitarie dotate di una Unità operativa di Malattie infettive sono molto poche. Questo costituisce un limite nell’affrontare la crescita dei fenomeni dell’antimicrobico resistenza e delle infezioni correlate all’assistenza: per questo, molte strutture decidono di stipulare una convenzione per la consulenza infettivologica, che spesso si realizza in maniera complessa e farraginosa: le opzioni disponibili sono il trasferimento del paziente nella struttura dell’infettivologo o la consulenza a distanza, che abitualmente avviene con mezzi di comunicazione inappropriati (mail, whatsapp, ecc.), che non tengono conto della condivisione dei dati sensibili.
“Lo scenario italiano in tema di infezioni correlate all’assistenza rende indispensabile una appropriatezza prescrittiva della terapia antibiotica e una sua rapida applicazione per incrementare la possibilità di sopravvivenza del paziente – sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico Società italiana malattie infettive e tropicali -. Numerosi studi confermano che l’appropriatezza prescrittiva realizzata con una efficace consulenza infettivologica può ridurre in maniera significativa la mortalità dei pazienti con infezioni gravi. Altrettanto importante è la rapidità dei tempi: in un paziente con sepsi, passate sei ore, la somministrazione della corretta terapia antibiotica riduce rischio di mortalità ogni ora dell’8%. La piattaforma Cadis, inoltre, offre l’opportunità di una consulenza infettivologica anche in quei centri non dotati di specialisti di malattie infettive, colmando un gap frequente, visto che questi reparti sono presenti in poco più del 30% degli ospedali italiani”.