“In questo momento fatico a parlare di responsabilità perché sento molto dolore per quello che è successo, per i morti, per i feriti e per tutte le famiglie sfollate che ora devono essere sistemate. Ora bisogna fare il possibile per aiutarle. Certo era una situazione che non si doveva protrarre per così tanto tempo. Perché anche le parti cosiddette consolidate non erano sicure. Alle Vele c’è sempre stata una grande mancanza di sicurezza e precarietà”. Lo afferma al Sir Don Alessandro Gargiulo, parroco di Maria Santissima del Buon Rimedio nel quartiere napoletano di Scampia, dove ieri sera un ballatoio al quarto piano della Vela Celeste è crollato, provocando 2 morti e 13 feriti, compresi 7 bambini, di cui 2 in condizioni gravissime. Centinaia le famiglie sfollate in seguito all’evacuazione dell’edificio. Don Gargiulo conosce bene la famiglia colpita dal dramma, alcuni di loro vanno ogni giorno a messa. “Sono persone semplici ma buone. È una tragedia che ci tocca profondamente”. Una tragedia annunciata? “È difficile in questo momento capire se erano situazioni annunciate o non annunciate – commenta il parroco -. Certamente le Vele sono precarie in tutte le loro strutture. Anche andarci, camminare e salire le scale è pericoloso. Non c’è niente in totale sicurezza. Nel 2016 era successo qualcosa di simile ad un ballatoio”. La situazione provvisoria doveva essere risolta da un progetto del Comune che ancora non è stato ultimato. “Quasi sicuramente – prosegue – ci sarebbe stato bisogno di altre attenzioni per rassicurare le persone. Perché poi le Vele si sono ripopolate negli anni, quindi la situazione si è rigenerata nella sua difficoltà e precarietà”. Il parroco non sa bene cosa le persone stessero facendo ieri sera sul ballatoio. “Pare che i bambini giocavano – dice -. Qualche tempo fa un’altra Vela si incendiò ma senza provocare danni alle persone. Stavolta è stata davvero una tragedia terribile”.
I media parlano di 800 persone sfollate ma don Gargiulo ci tiene a precisare che le cifre non sono precise. “I miei collaboratori mi hanno detto che alcune famiglie non volevano allontanarsi dalle loro case perché speravano che da un momento all’altro arrivasse una rassicurazione sulla tenuta statica dell’edificio dove abitano. C’è un certo numero di famiglie che fanno fatica a lasciare le proprie abitazioni. Altre invece sono state già indirizzate e accolte altrove”. Intanto si è aperto un tavolo in prefettura per gli interventi successivi. “Nei prossimi giorni dovremo capire come sostenere le famiglie, come abbiamo sempre fatto in passato – dice il parroco di Scampia -. Tempo fa c’è stato un incendio nel campo rom le famiglie erano state alloggiate dalla municipalità. Noi come parrocchia e associazioni ci siamo messe in moto per aiutarle. C’è bisogno di aiuto da parte delle istituzioni. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte”. Anche l’arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia è andato stamattina a Scampia, insieme al referente della Caritas diocesana.