Eurostat: in Europa sempre meno giovani, neanche un quinto gli under18. In Italia sono il 16,5%

Il 18% degli europei ha meno di 18 anni. Nel 2010 era il 18,7%; sarà il 16,4% nel 2050. Una proiezione preoccupante pubblicata oggi da Eurostat – l’ufficio europeo di statistica – che ha pieghe ancora più allarmanti se scomposta su base regionale: si vede allora che in Italia, ad esempio, gli under18 sono già meno del 16,5% (ad eccezione di Sardegna e Campania), così come nella Germania orientale, in Portogallo, nella Spagna settentrionale, a Malta, in alcune regioni della Grecia. I nuclei familiari in Europa sono 47,7 milioni, di cui il 48,9% con un figlio, il 38,2% con due, solo il 12,9% ne ha tre o più. Del totale dei nuclei familiari, 5,9 milioni è monogenitoriale (papà o mamma single). Un altro dato che Eurostat mette in evidenza oggi è legato ai piccoli nella fascia 0-3 anni: di questi, il 62,6% non frequenta alcuna istituzione educativa o di cura. Un dato positivo invece è quello legato al trend degli abbandoni scolastico/formativi: se nel 2013 il fenomeno ha interessato l’11,8% della popolazione scolastica tra i 18 e i 24 anni, nel 2023 la percentuale si è ridotta al 9,5% (pari al 7,7% per le ragazze e 11,3% per i ragazzi). La spesa dei governi europei per l’istruzione ammonta a circa 746 miliardi di euro l’anno (pari, in media, al 4,7% del Pil). I ragazzi e le ragazze europee godono di buona salute, per una percentuale pari al 96,5%. C’è però un 3,6% che ha bisogni medici che non trovano risposta. Nonostante questo dato, i bambini a rischio povertà ed esclusione sociale nel 2023 erano ancora 19,9 milioni (solo 800mila in meno rispetto al 2019). A questo ritmo, l’obiettivo europeo di togliere dalla povertà almeno 5 milioni di bambini entro il 2030 appare irraggiungibile.

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