Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “viviamo un tempo di guerra ‘conclamata’ e ‘sotterranea’ che sembra preparare scenari più allargati e tristi”

“Santissimo Redentore, che sei dono di Amore e Verità per tutti, ispira pensieri ed azioni di pace, fa’ emergere il coraggio della verità e progetti sapienti e lungimiranti, in grado di favorire la riconciliazione e ritrovare la fraternità”. E’ l’invocazione contenuta nella preghiera pronunciata questa sera dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia, in occasione dell’apertura del ponte votivo del Redentore, tra le Zattere e la Giudecca, che segna l’avvio del pellegrinaggio e della popolare festa veneziana del Redentore. “Viviamo un tempo di guerra, ‘conclamata’ in molte parti del mondo ma anche ‘sotterranea’ e che sembra preparare scenari – Dio non voglia – più allargati e tristi. Forse abbiamo già dimenticato le tragiche ‘lezioni’ del primo e del secondo conflitto mondiale del secolo scorso”, ha detto il patriarca.
Di qui l’affidamento al Redentore di Venezia, “desiderosa di pace e da sempre luogo d’incontro”, ma anche dell’Europa “affinché esprima ancora e di nuovo quella cultura e quella spiritualità che le sue radici cristiane le hanno dato e che l’hanno resa un continente capace di creare ponti tra persone e popoli differenti, relazioni buone e vere, in grado – come la storia insegna – di creare legami stabilendo unità e concordia che oggi paiono smarrite”. Da Venezia – “terra che fa fratelli”, “fratelli tutti”, secondo le parole di Papa Francesco lo scorso 28 aprile in Piazza San Marco – “si elevi, dunque, innanzitutto questa invocazione di pace da accompagnare con la richiesta del discernimento – dono dello Spirito del Risorto – per far crescere frutti di bene e saper riconoscere con decisione le vie da seguire ‘perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio'”, la preghiera del patriarca.

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