“Porre fine alla detenzione senza contatti col mondo esterno, a tempo indeterminato, senza accusa né processo, di palestinesi di Gaza ai sensi della Legge sui combattenti illegali, che viola clamorosamente il diritto internazionale”. È la sollecitazione rivolta alle autorità israeliane da Amnesty International che ha documentato i casi di 27 palestinesi detenuti anche per quattro mesi e mezzo senza poter incontrare un avvocato e i familiari. I detenuti – viene spiegato in un comunicato – hanno riferito che durante la loro prigionia senza contatti col mondo esterno, in alcuni casi equiparabile a sparizione forzata, funzionari dei servizi di sicurezza e della polizia di Israele li hanno sottoposti a torture e ad altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
La Legge sui combattenti illegali – viene precisato dall’Ong – conferisce all’esercito israeliano ampi poteri di arrestare chiunque, proveniente da Gaza, sia sospettato di essere coinvolto in attività ostili contro Israele o di porre una minaccia alla sicurezza dello stato, per periodi di tempo rinnovabili all’infinito senza l’obbligo di fornire prove o circostanziare le accuse. “Il diritto internazionale umanitario consente la detenzione di singole persone per imperativi motivi di sicurezza in contesti di occupazione, ma devono esserci garanzie per impedire la detenzione arbitraria e senza limiti di tempo così come i maltrattamenti e la tortura. La Legge sui combattenti illegali non prevede alcuna di queste garanzie, consente la tortura e, in alcune circostanze, istituzionalizza le sparizioni forzate”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. “La nostra documentazione – ha aggiunto – spiega come le autorità israeliane stiano usando la Legge sui combattenti illegali per rastrellare civili palestinesi di Gaza e gettarli in un virtuale buco nero per prolungati periodi di tempo, senza produrre alcuna prova che essi costituiscano una minaccia alla sicurezza e in assenza delle minime condizioni del giusto processo. Le autorità israeliane devono annullare immediatamente la Legge sui combattenti illegali e rimettere in libertà le persone detenute arbitrariamente in base a tale normativa”.