Ha preso il via ieri l’Incontro latinoamericano dei leader nazionali di pastorale giovanile, che si tiene fino a venerdì 19 luglio ad Asunción, in Paraguay, sul tema della “civiltà dell’amore”.
“Il Signore ci chiama più che mai a vivere l’amore e a lavorare per la civiltà dell’amore – ha detto nell’omelia della messa d’apertura il cardinale Adalberto Martínez Flores, arcivescovo di Asunción -. Voi, cari giovani, sarete gli artigiani dell’amore. La Chiesa e la società hanno bisogno della vostra capacità di amare e di tessere relazioni di amicizia sociale e di fraternità, un cammino ineludibile per la pace sociale e per la costruzione di una società secondo i valori del Regno di Dio, promuovendo il rispetto illimitato della dignità della persona umana, affinché nessuno sia privato delle condizioni per una vita dignitosa e piena”.
Durante la prima giornata è intervenuta Emilce Cuda, segretaria della Pontificia commissione per l’America Latina (Cal), la quale ha affermato che “i giovani che seguono Gesù devono uscire nelle nostre strade in America Latina per toccare la carne sofferente di Cristo nella gente”. Una frase che si trova nella nuova costituzione della Curia romana, il “Praedicate Evangelium”, il cui contenuto ci dice come predicare il Vangelo: “Non ci dice cosa predicare, perché lo sappiamo già, predichiamo la vita buona come ci dice il Vangelo di Giovanni, il Papa insiste sul ‘come’, e cioè toccando la carne sofferente di Cristo, che è un atto concreto. Questo è evangelizzare con parole e gesti… Questo è ciò che ci aspettiamo dai giovani”. Le nuove generazioni sanno come farlo, perché i giovani “sono i veri organizzatori della speranza”.