Aree interne: mons. Brambilla (Novara), “la forma ecclesiae ha bisogno di un tempo nuovo di invenzione”

“L’immaginazione di nuovi modelli e tentativi deve avere chiara la coscienza della direzione nella quale s’intende andare: occorre immaginare la missione della Chiesa come l’opera sinfonica di molti ministeri e come la presenza variegata di tante figure nella vita civile, nel lavoro, nell’economia, nella cultura, nel volontariato, nella carità e nella politica”. Lo ha detto mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, intervenendo all’incontro dei vescovi delle “aree interne” che in svolgimento fino a domani.
Il presule ha avanzato una proposta teologico-pastorale per le aree interne che poggia su tre aspetti: l’equipe pastorale, il servizio della cura, il centro educativo. “La prima esemplificazione rappresenta il quadro più ampio nel quale inserire la seconda e la terza secondo un dosaggio che dipende dal discernimento dell’équipe pastorale la quale, con la presidenza del presbitero, cercherà di elaborare una proposta sintetica. È importante che il progetto di una o più équipe pastorali viciniori sia una sintesi di visione ideale e di proposta praticabile, perché non si sogni una visione sovradimensionata, né si riduca la proposta solamente a un calendario di iniziative”.
Il vescovo ha sottolineato che “tra ideale e reale la tensione deve essere feconda”: “Questa è la legge interiore di ogni immaginazione pastorale! La questione delle aree interne potrà diventare istruttiva per uscire dalla tranquilla gestione delle parrocchie, il cui modello è stato pensato in maniera replicante dal monte al piano, dalle aree interne al mare, dai borghi del forese alle grandi città. La forma ecclesiae ha bisogno di un tempo nuovo di invenzione, abbandonando il modello delle parrocchie dove ‘tutte hanno tutto’, e tuttavia non perdendo il ‘sugo della storia’”.

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