Domenica 14 luglio la diocesi di Albenga-Imperia ospiterà, in occasione del IV centenario della presenza ad Alassio dei Corpi Santi, martiri della Sardegna, il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. Assieme al vescovo Guglielmo Borghetti celebrerà la messa pontificale alle 10, nell’Insigne Collegiata di Sant’Ambrogio in Alassio per inaugurare la settimana di festeggiamenti che terminerà venerdì 26 luglio con la celebrazione solenne presieduta dal vescovo Borghetti in piazza Paccini ad Alassio, alle 21.
La memoria storica dell’evento che celebriamo ci riporta al 1629 quando l’allora vescovo della diocesi di Albenga, Pier Francesco Costa, svolse un accurato controllo sull’autenticità dei documenti che attestavano l’identità delle sacre reliquie conservate nella chiesa parrocchiale di S. Ambrogio in Alassio. Risultò così, da atti notarili, che il reverendo Giuliano Giancardi, nel 1624, rinvenne nella basilica costantiniana di S. Saturnino martire in Cagliari, alla presenza dei reverendi canonici, di personalità religiose e del vicario generale, i frammenti ossei di San Gregorio, arcivescovo di Cagliari, di San Paolo vescovo della Chiesa di Santa Cristina in Cagliari, di San Bonifacio e di San Lodovico, vittime delle persecuzioni volute dall’imperatore Diocleziano tra i secoli III e IV d.C. Si conferma, inoltre, che ottenuto il sigillo del vicario arcivescovile, don Giuliano abbia racchiuso i sacri resti dei martiri in una cassetta e li abbia inviati via mare nel borgo di Alassio con un viaggio di circa un mese da Cagliari. Con gran concorso di fedeli le reliquie furono trasportate in chiesa ed accolte dai fratelli di don Giuliano, padre Francesco Maria, cappuccino, e Giovanni.
Una solenne pontificale ed una processione con molte torce e lumi sancì definitivamente l’esposizione pubblica dei martiri alla venerazione dei fedeli. Oltremodo la tradizione di questa comunità parrocchiale ricorda due eventi che hanno reso la fede nei santi martiri della Sardegna ancora più forte nella storia di Alassio. L’episodio, che ha riferimenti storici più precisi, ci rimanda a pochi anni dopo l’arrivo delle reliquie dei martiri in Alassio, quando la famosa peste manzoniana ebbe un colpo di coda intorno alla metà del 1600 che decimò la più famosa città di Genova, ma che arrivò fino a coinvolgere il ponente ligure. L’allora parroco mons. Francesco Pisano decise di esporre sul sagrato della chiesa parrocchiale le sacre reliquie dei martiri sardi e la storia racconta che, dopo la solenne preghiera elevata con fede, la peste in pochi giorni abbandonò le case di Alassio. Da allora la venerazione di questi santi protettori ha caratterizzato la vita di fede della comunità alassina che, in special modo in occasione di anniversari importanti come questo, si è sempre prodigata affinché la loro memoria e venerazione non andasse perduta, ma anzi sempre più rinvigorita e rafforzata.