“Io sono il pane della vita” (Gv. 6,48). A partire da questo versetto del Vangelo, tutta la Chiesa del Guatemala sta celebrando il Congresso eucaristico nazionale, che è iniziato ieri e si terrà fino al 13 luglio a Quetzaltenango. I vescovi, in occasione di questo evento, hanno inviato un messaggio a tutto il popolo di Dio, che “con gratitudine” sta celebrando 500 anni di evangelizzazione nel Paese, proprio a partire da Quetzaltenango.
I vescovi riflettono sul fatto che “la notizia di Gesù è stata accolta da numerosi popoli e ci ha fatto crescere in dignità, consapevoli di quella vita divina che ci viene trasmessa e che non finisce con la morte”. Sebbene l’evangelizzazione sia iniziata con “la conquista spagnola, che ha avuto anche un alto costo in termini di morte e sofferenza per i popoli nativi”, hanno sottolineato – citando la loro lettera pastorale del 1992 per il 500° anniversario dell’arrivo di Colombo – che la storia è complessa e piena di ambiguità.
Pertanto, la Chiesa deve “continuare a progredire nel risanamento delle ferite e delle incomprensioni che si sono verificate e si verificano tuttora. Dai primi evangelizzatori a oggi, dobbiamo riconoscere onestamente che la Chiesa è sia santa che peccatrice e che Cristo continua a soffrire nel dolore dei nostri popoli”. Conclude il messaggio: “C’è ancora molta strada da fare per raggiungere la pace, la giustizia e la riconciliazione a cui ci invita il Vangelo di Gesù. Confessiamo che il Signore continua ad essere presente nella sua Chiesa e ad aiutarci”.