“Le Equipes Notre-Dame sono una realtà radicata e diffusa nella Chiesa piemontese, che vede coinvolte in questo movimento centinaia di coppie. Come le altre associazioni e movimenti ecclesiali di famiglie, credo che le Equipes offrano oggi una testimonianza molto importante per la comunità cristiana e per la società civile: testimoniano la centralità della dimensione spirituale nella vita delle coppie, cioè il bisogno fondamentale dell’uomo e della donna, di non guardarsi solo negli occhi, ma di guardare in alto, all’origine della vita e dell’amore”. Così mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino, intervenendo oggi alla conferenza stampa di presentazione del XIII Raduno internazionale in programma a Torino dal 15 al 20 luglio. Clarita e Edgardo Bernal, responsabili internazionali del movimento che conta circa 160.000 membri in tutto il mondo ed è presente in più di 90 Paesi, hanno ricordato che “l’obiettivo di questo movimento è aiutare le coppie a scoprire le ricchezze del sacramento del matrimonio vivendo una vera spiritualità coniugale. Questo progetto di vita conduce a un cammino di santità, non nel modo stereotipato di santi e martiri straordinari che sono stati portati agli altari dalla Chiesa, che è quello che sicuramente viene in mente per primo, ma vivendo la vita ordinaria, in modo straordinario, alla luce del Vangelo e ancorati alle realtà del mondo di oggi”. Michela Favaro, vicesindaca della Città di Torino, ha precisato: “Torino, città dei santi sociali, è un laboratorio di accoglienza e solidarietà e ha tra le sue priorità quella di pensare al benessere delle persone e delle famiglie di oggi e di domani”. In chiusura Giampiero Leo, coordinatore della Commissione Cultura e Welfare della Fondazione Crt, è intervenuto in rappresentanza della presidente Anna Poggi: “La Fondazione considera appuntamenti come questi importantissimi perché fanno conoscere e valorizzano il nostro territorio, ma anche e soprattutto perché mettono al centro valori come quelli di una famiglia salda e quindi aperta e inclusiva, nella comunità contemporanea. Tutto ciò è fondamentale da sempre, ma più importante che mai in un contesto storico di cambio d’epoca come afferma Papa Francesco”.