La rete Clamor, l’organismo ecclesiale latinoamericano che si occupa di migranti, rifugiati e tratta, rappresentata da Victor Genina, direttore dello Sviluppo umano integrale di Caritas Internationalis, ha partecipato ieri all’audizione virtuale della Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh). Nel suo intervento, Genina ha espresso la preoccupazione della rete Clamor per l’aumento degli approcci restrittivi, di contenimento e di deterrenza nei confronti dei rifugiati e degli sfollati, compresa l’esternalizzazione delle frontiere. Ha avvertito che queste misure violano il diritto internazionale dei rifugiati e il diritto umanitario e costringono le persone a prendere strade più pericolose, aumentando la loro vulnerabilità.
Ha inoltre deplorato i bassi tassi di riconoscimento dello status di rifugiato nella regione, dovuti alla mancanza di capacità istituzionale e di volontà politica da parte degli Stati. Questa situazione, unita alla mancata attuazione dei quadri giuridici esistenti, costringe le persone a vivere in una situazione irregolare, esponendole allo sfruttamento, alla tratta e alla migrazione irregolare.
In questo senso, la rete Clamor ha presentato le seguenti raccomandazioni per il Piano d’azione, che sarà adottato nel quadro del processo “Cartagena +40”: approccio ai diritti umani, con la garanzia dell’effettiva protezione dei diritti dei rifugiati, compreso il principio di non respingimento; evitare la criminalizzazione dei rifugiati, la militarizzazione e l’esternalizzazione dei confini; una volontà politica di attuare pienamente i quadri giuridici sui rifugiati e di rafforzare le istituzioni di riconoscimento dei rifugiati; attuare politiche di integrazione adeguate alle esigenze dei rifugiati; le persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici e dei disastri dovrebbero ricevere protezione internazionale; la sicurezza dei difensori dell’ambiente deve essere garantita; includere i rifugiati, la società civile e il mondo accademico nei processi del Piano d’azione.