Papa Francesco: Angelus, “la Chiesa e la società non trattino nessuno da impuro”

(Foto Vatican Media/SIR)

“La Chiesa e la società non escludano nessuno, non trattino nessuno da impuro, perché ciascuno, con la propria storia, sia accolto e amato senza etichette, senza pregiudizi, sia amato senza aggettivi”. È l’appello del Papa, durante l’Angelus di ieri in piazza San Pietro. “Gesù si lascia toccare e non ha paura di toccare”, ha spiegato il Papa: “Prima ancora della guarigione fisica, Egli mette in crisi una concezione religiosa sbagliata, secondo cui Dio separa i puri da una parte e gli impuri dall’altra. Invece, Dio non fa questa separazione, perché tutti siamo suoi figli, e l’impurità non deriva da cibi, malattie, e nemmeno dalla morte, ma l’impurità viene da un cuore impuro”. “Davanti alle sofferenze del corpo e dello spirito, alle ferite dell’anima, alle situazioni che ci schiacciano, e anche davanti al peccato, Dio non ci tiene a distanza, Dio non si vergogna di noi, Dio non ci giudica”, ha proseguito Francesco: “Al contrario, si avvicina per farsi toccare e per toccarci, e sempre ci rialza dalla morte. Sempre ci prende per mano per dirci: figlia, figlio, alzati! cammina, vai avanti! ‘Signore sono peccatore’ – ‘Vai avanti, io mi sono fatto peccato per te, per salvarti’ – ‘Ma tu Signore, non sei peccatore’ – ‘No, ma io ho subito tutte le conseguenze del peccato per salvarti’. È bello questo!”. “Dio è uno che ti prende per mano e ti rialza, uno che si lascia toccare dal tuo dolore e ti tocca per guarirti e ridonarti la vita”, ha ribadito il Papa: “Non discrimina nessuno perché ama tutti”. “Noi crediamo che Dio è così?”, la domanda ai fedeli: “Ci lasciamo toccare dal Signore, dalla sua Parola, dal suo amore? Entriamo in relazione con i fratelli offrendo loro una mano per rialzarsi, oppure ci teniamo a distanza ed etichettiamo le persone in base ai nostri gusti e alle nostre preferenze? Noi etichettiamo le persone. Vi faccio una domanda: Dio, il Signore Gesù, etichetta le persone? Ognuno si risponda. Dio etichetta le persone? E io, vivo continuamente etichettando le persone?”.

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