Israele e Hamas: ordinari cattolici Terra Santa, no a “guerra giusta” per Gaza

(Foto Latin Parish/Romanelli)

In una nota, diffusa oggi, la Commissione Giustizia e Pace di Terra Santa, che opera in seno all’assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa, denuncia l’uso “improprio” del termine “guerra giusta” riferito al conflitto a Gaza, tra Israele e Hamas, e “utilizzato per giustificare la violenza in corso nella Striscia”. Ribadendo quanto il Magistero della Chiesa asserisce sul tema (paragrafo 2.309 del Catechismo della Chiesa cattolica) e citando le parole di Papa Francesco sull’argomento, la Commissione si dice “indignata dal fatto che gli attori politici in Israele e all’estero stiano utilizzando la teoria della ‘guerra giusta’ per perpetuare e legittimare la guerra in corso a Gaza”. La nota ricorda che la risposta armata ad una aggressione, quale quella del 7 0ttobtre 2023, è legittima quando altre strade usate per porvi fine risultano impraticabili e inefficaci e non hanno speranze di successo, ma che questa “non deve provocare distruzioni e sofferenze a persone innocenti maggiori del male da eliminare”. “Le guerre giuste – si legge nel testo della Commissione – devono distinguere chiaramente tra civili e combattenti, un principio che in questa guerra è stato ignorato da entrambe le parti con risultati tragici. Le guerre giuste devono anche impiegare un uso proporzionato della forza, cosa che non si può facilmente dire di una guerra in cui il bilancio delle vittime palestinesi è di decine di migliaia di persone superiore a quello di Israele, e in cui una netta maggioranza delle vittime palestinesi sono state donne e bambini”. Da qui la presa di distanza da quanto sta accadendo: “Pur essendo una piccola comunità in Terra Santa, come cattolici siamo parte integrante dell’identità di questa terra. Non vogliamo essere usati per giustificare questa violenza. La testimonianza che portiamo non è di guerra, ma di amore, di libertà e uguaglianza, di giustizia e pace, di dialogo e riconciliazione. Non possiamo permettere che parole come ‘giusto’ vengano usate per giustificare ciò che è ingiusto, crudele e devastante”.

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