Diocesi: mons. Caiazzo (Matera), “curare ferite ataviche del cuore umano che ostacolano la pace e la riconciliazione”

La festa della Madonna della Bruna, patrona di Matera, è “uno stimolo a guardare e percorrere le strade della nostra vita, della storia locale, spesso abitate da paura, delusione, dolore, da una sorta di depressione spirituale e fisica, da scoraggiamento, mortificazione, dall’ingiustizia…, tutte negatività che ai nostri occhi fanno sfocare la speranza”. Lo ha detto questa mattina l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, rivolgendosi alle Autorità alla vigilia della festa di Maria SS. della Bruna. “Se allarghiamo lo sguardo oltre i ristretti confini, ci accorgiamo che stiamo vivendo uno dei momenti più drammatici e tristi della storia recente”, ha detto mons. Caiazzo: non si tratta solo di “sanare le relazioni” tra i diversi popoli che abitano la terra, ma anche di “curare ferite ataviche del cuore umano che ostacolano la pace e la riconciliazione”. La festa della Bruna è “un momento di grazia che ci permette di ravvivare il dono di Dio e di riconoscere che tutti i popoli sono fratelli, figli di uno stesso Padre, costruttori di fraternità”. Mons. Caiazzo sottolinea che “siamo parte integrante” di un “mondo ferito” e chi “ne paga il prezzo più caro i fragili” perché “esclusi dal bene comune, dalla giustizia sociale, dalla libertà e dai diritti umani”. Nella “nostra terra” c’è bisogno – ha detto il presule – di “uscire dalla logica di ogni forma di assistenzialismo creando le condizioni necessarie affinché ognuno, soprattutto i nostri giovani, possano dignitosamente progettare, attuare e vivere in Basilicata evitando lo spopolamento che sta avendo conseguenze devastanti” come dimostrano anche i dati dell’ Ufficio Regionale per la Pastorale della famiglia: nel 2023 in Basilicata ci sono state 3.240 nascite a fronte delle 3.410 del 2022. E poi i decessi che “superano abbondantemente le nascite: circa 7.000. Questo ci dice che l’emigrazione dei giovani sta procurando una conseguenza ancora più triste: manca il ricambio generazionale”. Una terra che “perde ogni anno 1.500 giovani che vanno via e, a questi, vanno aggiunti altri 3.500 persone che muoiono. La situazione è veramente allarmante. Lo spopolamento, soprattutto nelle aree interne è ancora più evidente”. Mons. Caiazzo si dice poi anche preoccupato per la legge sull’Autonomia differenziata appena approvata “come uomo del Sud e non posto a favore di uno dei due schieramenti politici”: “Con tutto il rispetto per voi istituzioni e le vostre diverse letture, penso di conoscere molto bene questo vasto territorio con le sue criticità e risorse, e i suoi abitanti”. “Mi auguro – ha aggiunto – di essere smentito dalla scelte che il governo regionale sarà capace di fare”, “focalizzando il problema annoso della sanità che ci vede sempre più penalizzati e costretti a dipendere dalle strutture sanitarie di altre Regioni, e delle diverse strutture per anziani”.

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